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Arria la freccia.
Arria la freccia
Prima di scoccare
Dritta parte da te
Verso lo core.
Miro l’occhi tui neri
O callipigia dea
Tengo le mani tue
La lingua tace.
E brucia passion mia
Sulle tue gote
Che bocca a bocca noi
Ciascuno gode.
Rossi d’amore
Corpo dentro corpo
Abbraccio si fatal
Ch’el mondo scote.
Fantasma.
Uomo che avanzi solo e senza pace.
Fantasma stanco nella notte insonne.
La tua stagione arriverà tra poco.
E in quell’inverno.
Avanzerai piegato.
Ruggiva la terra.
Ruggiva la terra
Schiumava il mare
Il mio sepolcro
Un temporale
Il corpo vinto
Dagli anni piegato
Provo a rialzarmi
Non ho più fiato
E la mia anima
Non ho difeso
Tace quest’uomo
Giace disteso.
Sono stanco.
Sono stanco
Come il sole
Che d’estate fa gli straordinari
Sui monti, fra gli alberi, nei viali.
Il cielo
Dietro di me
Arrossisce davanti all’ansia
Della sera che nasce nel tramonto.
Cammino
Stanco e impolverato
Dagli anni, piegato, saggio, imbiancato.
Voltandomi verso la giovinezza perduta.
Sul balcone.
Affacciato sul balcone
Dove il vento spettina
La mia malinconia.