Contenuti per adulti
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La luce del tramonto attraversa solenne le alte vetrate, senza riuscire a raggiungere l’oscurità delle navate laterali. La vecchia chiesa è vuota. C’è soltanto il prete, grassoccio e stempiato, assopito nel confessionale. Tra sbadigli, alzate di occhi al cielo, mezzi abbiocchi, ha passato tutto il pomeriggio a sentire, come fossero una lunga lagna, i peccati dei suoi fedeli. Tanto più aumentava la noia, tanto più aumentava la cattiveria con cui si accaniva a punire tutti con pesanti rimproveri e penitenze. Fa un sospiro di sollievo, le confessioni sembrano essere finite.
Un rumore di tacchi suona sul pavimento scandendo il loro rimbombo nell’edificio. Si dirigono al confessionale. Il prete li ascolta attentamente. È sicuro di averli già sentiti una volta. La porta del confessionale si apre e si chiude con delicatezza. Non sono i passi a svegliare completamente il prete, ma il loro ricordo.
- Padre, - nonostante la voce della donna sia uguale a quella conosciuta qualche settimana prima, il suo tono è diverso, - non sono tornata qui per implorare né il vostro perdono, né, tantomeno, quello di Dio.
- Che cosa cerchi, allora, peccatrice? – il prete fa una pausa e si sgranchisce la voce. - Sparisci, non ho tempo da sprecare con una come te.
L’uomo cerca di aprire la porta che però non si apre. Continua, insistendo ancora con gesti nervosi, senza successo. Si siede, fissando oltre la grata che divide il confessionale. Scorge appena l'esile profilo di lei, chino e nascosto dal velo scuro di un cappellino.
- Che storia è questa? Fammi uscire disgraziata assassina!
- Temo che invece dovrete ascoltarmi. – Una voce giovane prosegue con tono fermo, ma pacato. - Quando sono venuta qui l’altra volta, speravo, almeno, nella compassione di un prete. Invece ho trovato l’ipocrisia perversa di un peccatore che ha venduto uomini ai soldati per ottenere favori, ha rubato cibo a poveri in cambio di speranza, per poi abbandonarli a un tragico destino, ha sodomizzato donne e bambini innocenti senza protezione. Sì, so tutto di voi… – Lo dice con tono canzonatorio.
L’uomo sente la voce di quella donna cercare di pugnalarlo. E lei, sì, vorrebbe lacerare la coscienza di quel viscido verme, per vederla sanguinare; coscienza che invece si sgretola, come una statua di sabbia.
- Avete avuto il coraggio di condannare all’inferno la mia anima squarciata e umiliata da uomini come voi, privi di sensibilità. Vi ho raccontato di aver ucciso mio padre colpendolo alla testa con una pietra del focolare, con feroce rabbia e soddisfazione, e vi ho detto che è stato per difesa. Mio padre era un disertore che si nascondeva in casa, ma non era questo che lo rendeva un mostro. Costringeva mia madre a prostituirsi. A lei, disperata, non era rimasto altro da fare che suicidarsi per fuggire alle continue violenze. Mio padre poi, furioso, si era accanito su di me, una ragazzina spaventata, violentandomi e costringendomi a prostituirmi in cambio di pochi spiccioli. Fino a quando non ce l’ho fatta più nemmeno io e l’ho ricattato dicendogli che avrei raccontato tutto di lui ai soldati. Così lui ha iniziato a riempirmi di pugni e calci e io, non so come, sono riuscita a colpirlo, una, due e più volte fino a spaccargli la faccia e la testa. – Un suo schiocco di lingua e un sospiro scandiscono una pausa. - Ma veniamo al dunque. Sono venuta qui per dirvi che sono morta, sì avete capito bene, sono morta, - quest’affermazione sottolineata giunge dritta all’orecchio dell’uomo, come se lei fosse alle sue spalle, - mi sono suicidata anch’io. L’orrore per quello che avevo fatto mi stava divorando la coscienza.
Il prete scorge un paio di occhi accendersi di rosso e fissarlo, dietro il velo della donna. Cerca di fuggire, ma non può. Si protegge gridando e sollevando il crocefisso che porta al petto.
- Creatura del diavolo! Vattene dalla casa di Dio! – poi con una supplica - Aiutami mio Signore, ti prego!
- Siete proprio un codardo! E io sono un’anima dannata riuscita a scappare dall’inferno a una condizione: riuscire a venire qui da voi per diventare la vostra dannazione.
Il prete, tremante, spia dietro la fessura delle sue braccia alzate, quell’essere che si appoggia, ghignando, alla grata, che poi con naturalezza attraversa per sedersi sulle gambe di lui e accarezzarlo con sottili dita ghiacciate. Anche la sua voce lo accarezza con freddezza.
- Voi siete condannato a restare imprigionato in questo confessionale, per vivere in eterno la dannazione di tutti coloro che verranno qui a confessarsi e non troveranno redenzione, com’è successo con me.
Il corpo del prete viene avvolto dalle fiamme e le sue urla coprono il rumore di tacchi che, con calma, escono dalla chiesa…