Hello everyone!! Ciao!! Salut!! Hola!! Holla!! Lo so, sembro una che se la sente, ve lo pensate sicuramente. Però non è il caso, sono solo una ragazza motivata che si è fissata degli obiettivi tra i quali lo studio delle lingue. Ne sono ossessionata perché per me sono una vera meraviglia. Adesso direi che mi limito al francese e l’italiano e mi piacerebbe molto imparare anche il tedesco e l’inglese; quella più importante dal mio punto di visto perché più parlata nel mondo e questo risolverebbe molti dei miei problemi ve lo assicuro. Scusate non mi sono neanche presentata, me lo dicono spesso i miei e mi sa che è una cosa che dovrei cambiare. Mi chiamo Alessia, lo so non è uno che si sente ogni giorno ma mi piace molto lo stesso perché mi rende unica come tutti noi mi pare. Sono nata a stateford, una piccola comunità accogliente e amorevole da quello che mi hanno detto i miei. Ci sono stata per i primi cinque anni dove ho fatto la scuola materna; non ne ho abbastanza ricordi, finché ci siamo spostati Hanville, una bella e grande città. Avevo 6 anni quando siamo andati e mi ricordo che al nostro arrivo in città mio padre mi ha detto che quella sarebbe diventata la nostra nuova casa. Che meraviglia!! Non avevo mai visto così tanti monumenti belli e grandi dove vivevo prima. Mi sembrava un altro mondo, e in quel preciso momento ero presa dal panico perché mi dicevo che c’era un altro modo di comportarsi in quel mondo e non avevo idea di come o cosa fare. Ma di un’altra parte ero eccitata dal fatto di imparare altre cose e fare nuove amicizie a scuola mi faceva dimenticare quella sensazione prima.
La nostra casa si trovava in centro città, bella e piccola con due salotti: una per i famigliari che era più grande e un’altra piccola rispetto all’altro dove i miei genitori accoglievano i loro ospiti, amici e anche colleghi di lavoro. Era la parte della casa più lussuosa e più luminata, ragione per la quale mi piaceva di più giocarci. E infatti, mio padre se n’era accorto e me ne aveva strettamente vietato l’accesso. Ma facendo sempre di testa mia non lo ascoltavo quasi mai e quindi alla fine si dimenticava. La mia camera era spaziosa, abbastanza per accogliere i miei amici e organizzare insieme a loro diverse attività. il bagno dentro in più per me rendeva la stanza in se fichissima. Dalla finestra si poteva vedere il giardino e anche il finestrino di uno dei nostri vicini. Nel giardino ci lavoravo spesso con mia madre piantando fiori e potaggi quando aveva un po’ di tempo e decideva di passarlo con me.
Lo facevamo spesso anche se non abbastanza, quei brevi momenti belli che una bambina gode con sua madre perché era sempre occupata con suo lavoro. Talvolta mi incazzavo contro di lei perché mi dicevo che una buona madre, una normale dovrebbe dedicarsi ai suoi figli e lei non lo faceva; almeno come si doveva e quando le chiedevo mi rispose sempre che il lavoro ci pagava il cibo, la bella casa e le bollette, sapevo che era vero e che non era per niente sbagliato ed era cosi che abituandomi alle assenze permanente dei miei genitori, ho imparato da piccola a prendermi cura. A scuola mi sono fatta tanti amici per colmare l’assenza dei miei in qualche maniera, facevo del tutto per essere al centro dell’attenzione, essere la migliore sia a scuola che a casa e lo avevano notato tutti a scuola soprattutto la mia maestra delle elementari. Era una donna della trentina, direi giovane con i cappelli lunghissimi, bellissima. Ero la sua preferita, sempre a rispondere alle domande e porre domande per qualunque. Delle materie che ci insegnava aveva subito notato il mio grande interesse per la biologia anche se lo facevo con tutte le materie ma quella specifica materia mi affascinava. Avevo deciso così che dal grande farò medicina oppure la biologa. Avevo così tante idee in mente che mi imbrogliavo. Un giorno, quando mia madre ed io ci occupavamo dei fiori in giardino, deciso di parlarne con lei. “ciao mamma come è andato oggi al lavoro” gli chiese mentre eravamo nel giardino
“bene amore e la tua giornata a scuola come è andata?”
“bene mamma dai” continuando con le formalità finché la rivelassi che non sapevo cosa fare come lavoro da grande. E lei che mi guadasse sorridendomi e accarezzandomi le guance, mi disse che sono ancora molto giovane per pensarci. Aggiunse dicendomi che non ci pensava neanche quando aveva la mia età e che avevo tutto il tempo per pensarci. Non ero affatto tranquillizzata perché volevo avere una carriera brillante e avere tanti soldi. Quell’idea mi fissava e pensandoci mi spingeva a fare del tutto per cavarmela benissimo. I miei genitori mi dicevano che il mio senso di responsabilità li rendeva orgogliosi e fieri di me ma ero troppo giovane e dunque dovevo andarci piano. Questo era verissimo; dalla mia piccola età mi ero fissata degli obbiettivi, avevo già previsto che a una certa età avrei dovuto lavorare per prendere cura di me per non sempre essere attaccata ai miei. Questo l’avevo preso da mio padre sicuramente, era il migliore del mondo come sono tutti i genitori per i loro figli. Un battente, la vita non lo aveva fatto dei regali ma come tutt’uomo responsabile si era fissato degli obbiettivi che lo avevano permesso di essere l’uomo d’affare che è diventato oggi. E mia madre, una donna amorevole, bella, laboriosa; mio padre non si era sbagliato. Ero consapevole della chance che avevo e volevo essere anch’io quella donna ambiziosa, forte di carattere e laboriosa.
Questa grande ambizione, questo senso di responsabilità mi dava cosi una gioia immensa che non potevo spiegare ed ero orgogliosa di quello. I miei mi dicevano sempre che ero una ragazzina speciale e piuttosto in gamba. Avevo così tanti progetti per il futuro.
Ho iniziato le medie in una scuola vicina a casa nostra, facevo un quarto d’ora per arrivarci e quindi i miei non avevano bisogno di accompagnarmi. Tra le materie che studiavo, quelle scientifiche erano le mie preferite soprattutto la biologia e anche la parte che riguardava l’ambiente di cui mi sono rapidamente innamorata. E da quel momento che mi è partito l’interesse per le scienze dell’ambiente, la protezione della biodiversità e tutte le componenti che la riguardavano. Tra gli alunni della classe mi ero stretta d’amicizia con due ragazze e due ragazzi con cui con il tempo condividevamo tutto tra cui interessi per l’ambiente e avevamo deciso di includere delle associazioni che riguardano quel tema per dare il nostro contribuito dopo che i nostri genitori ci avrebbero dato il permesso. Comunque tutto andava bene a scuola, direi più o meno bene. Anche se talvolta ero disorientata e pigra, potevo sempre contare sull’aiuto dei miei genitori e dei miei amici per qualunque cosa; sia per la vita quotidiana che per gli studi.
La storia della mia vita testo di stellina2