Pianto antico

scritto da FioreDinverno
Scritto 3 anni fa • Pubblicato 3 anni fa • Revisionato 3 anni fa
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Esercizio di scrittura creativa che prevede la trasformazione di una poesia in un pensiero in prosa. La mia preferita è Pianto Antico di Carducci, e ho pensato ad una ipotetica lettera che l'autore avrebbe scritto al figlio defunto. Saluti
- Nota dell'autore FioreDinverno

Testo: Pianto antico
di FioreDinverno

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,

nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora
e giugno lo ristora
di luce e di calor.

Tu, fior de la mia pianta
percossa e inaridita
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,

sei nella terra fredda
sei nella terra negra
nè il sol più ti rallegra
nè ti risveglia amor.

 

Era nei giorni di quella lontana e ormai trascorsa primavera, che giocavamo a rincorrerci per i prati attorno alla nostra piccola casa di campagna.
Le margherite spuntavano continue, cercando di affascinare il cielo mettendo in mostra la loro esplosiva corona bianca; e le rose, spumose e carnali, suscitavano ai nostri sensi desiderose acquoline da non poter soddisfare con semplici morsi.
E tu, nella tua pura innocenza, eri attratto dai colori più vividi che il mondo iniziava a svelarti: come il rosso del melograno, ad esempio, al quale tendevi sempre le mani quando eri tra le mie braccia, e io, ero poi costretto a tenerti sulle spalle, per poter far combaciare i tuoi piccoli teneri polpastrelli, a quei fiori disinibiti e sfacciati.
Ti piaceva stringerli, stropicciandoli, e io dovevo sempre richiamarti all’ordine, per insegnarti che ai fiori non bisogna far del male, che bisogna solo accarezzarli; e tu ridevi, quanto ridevi, sbriciolandoli comunque tra le manine paffute.
Fu in quel muto orto che noi viaggiammo nelle ore più liete del nostro clima familiare; attendemmo tutti, alla finestra, il calore di giugno che ci apriva le porte di quella stagione che riscaldava i nostri cuori, ormai intrappolati nelle cristallizzate rugiade degli inverni insopportabilmente infiniti.

Ma fu in quel tempo d’amore verso questa pianta così cara agli inferi, che avrei dovuto presagire il buio al quale gli Dei mi condannarono sin dall’inizio; e tu, che di questa vita inaridita eri l’unico spiraglio di fioritura, potevi ancora darmi la spinta al sentire di un’ esistenza non così sterile ed inutile.
Cadesti come un dolce ramo, percosso da un ingiusto colpo violento.
L’impatto fu una linea di congiunzione tra cielo e la terra, la stessa fredda matrigna che ora ti accoglie con le sue radici oscure.
Il sole non ti raggiunge, non ti colpisce le palpebre per poterti risvegliare.

Mio amore, come è antico questo pianto, antico ed ingiusto, che scorre nelle lacrime di chi oggi e da sempre, e temo, per sempre, proverà il dolore di una potatura immotivata ed ingiustificata.
E la natura continuerà ad ignorare ogni umano sentimento, ridonando all’erba ancora tutte le stagioni, ed ai miei ricordi, l’impazienza di esser presto tuo.

                                                                                 


                                                                                                     Con tutto l’amore concepibile e non,
                                                                                                                                                       Papà.

Pianto antico testo di FioreDinverno
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