Furono tre anni di terapia
Qualità di vita?
Dignitosa.
Consapevole.
Si
Il mostro non l'avremmo comunque sconfitto,
solo rallentato.
Si confidò.
Un tempo, chiamai il dottore,
due volte,
ma solo per partorire
seguirono sporadiche occasioni
per le visite di controllo.
Questo disse.
Madre,
Solo il mese scorso ti domandai , se visita fu fatta!
Dicesti,
certo che sì.
Per questo ora chiedo
Che succede?
Figlia mia,
Mai visto il ginecologo in tutta la mia vita!
Madre ogni anno ti chiesi,
ogni anno tu dicesti.
Si, si.
Visita perfetta.
Madre
Creatura delicata e gentile
minuta ed effimera,
d'elegante bellezza, e
raffinata mitezza .
Racchiusa,
nel tuo magico scrigno
Tu, infine mentisti?
Ebbene, figlia mia
Infine, sembrerebbe
oramai finire.
Non sarà una battaglia persa
sarà la guerra.
Dicono che donne si diventa
quando la propria madre si perde!
Fu un passaggio di testimone.
Seguirono due interminabili inverni.
Con la terza ricaduta disse;
Vai tu a sentire il responso ,
cio' che mi dirai andrà bene.
La dottoressa questo riferì.
Il male divampa veloce
Piu' di quanto la cura può rallentare .
Era settembre,
le prime foglie iniziavano a ingiallire.
Dottoressa ,mi permetta due parole.
Quanto tempo?
Temo non vedrà la primavera.
Rincasai .
Fra le mani ciclamini e tenere violette
improvvisai la primavera tutt'intorno al suo giaciglio.
Alzò lo sguardo abbandonando per un breve istante
l'occhio spento, della morte.
abbozzò un sorriso e l'amore fu devastante.
Le parlai pacatamente
ma ,sul tempo restai evasiva.
Lei non fece domande.
Decidemmo insieme cure palliative, antidolorifici
da eseguire a domicilio.
Imparai a fare le iniezioni
Improvvisai un letto adiacente al suo,
poi, m'addentrai nel suo calvario.
E fu attesa.
Si nutrì ancora un mese
Preparai il pranzo di Natale ,ma quello
fu l'ultimo pasto.
Restai con babbo.
Reduce da una estate in ospedale.
Due genitori in ospedali diversi
Due situazioni diverse.
Mio padre addentrato da tempo nel suo immenso dolore
dormiva tutto il giorno.
Di quando in quando abbozzava attacchi di ira e panico
mentre io ormai esperta maneggiavo padelle e flebo di vario genere.
. Noleggiai il letto ospedaliero
onde ridurre i problemi da decubito.
Ben presto prese a ingerire solo liquidi.
Provai con i gelati piu' nutrienti,
la imboccai ma fu invano..
Di giorno giravano infermiere che la aiutavano a girarsi e lavarsi
la notte vagavo posizionandola ogni mezz'ora ,infine le accarezzavo i capelli.
iniziarono gli ultimi rintocchi.
Ci vuole forza serenità , anche per morire!
Fu sempre lucida.
Una sera, adagiò la mano sui miei occhiali,
diede una spintarella per posizionarli al mio viso,
mi guardò teneramente e bisbigliò
Ecco.!
Ti voglio bene, sei brava.
Anch'io mamma non sai quanto.
Le chiesi da 1 a 10 quanto male avesse ,
Rispose
Sette forse otto.
La conoscevo bene,
Era un nove.
Così iniziarono le dosi di morfina.
Quand'ella non fu piu' in grado
di stabilire un contatto con me
si decise di tenerla addormentata.
Era notte fonda,
la sua piccola mano
tiepida sulla mia ,indugiò
vibrando il dito mignolo.
Solleticò il dorso della mia mano.
L'ultimo suo gesto d'addio.
Fu immenso privilegio l'accompagnamento ultraterreno,
rese il processo al grande lutto sopportabile e dignitoso.
Era mia madre.
Era mia madre testo di Baskett