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Rinviato a data da destinarsi. Non è forse un modo gentile per declinare?
Certo, forse un po’ formale, ma era tipico di Matilde.
Nessuno ci avrebbe fatto caso, o almeno così sperava.
Davanti ad un piatto appena sfornato, lo stomaco si contorceva, doleva, si rimpiccioliva, la salivazione aumentava, la nausea faceva capolino.
Odiava i pranzi e le cene di famiglia, o con gli amici, o coi colleghi, detestava quella sensazione di ansia, detestava mostrarsi così davanti ad Alberto. Quando il fato le forniva un appiglio, inventava scuse sempre più elaborate per rimandare, rimandare all’infinito fino a far sparire il ricordo.
La sua relazione con Alberto durava da anni. Era convinta di amarlo sopra ogni cosa, lui così perfetto, socievole, ambizioso, il suo primo amore.
- Che disastro che sono – si diceva.
- Meno male che c’è Alberto - si ripeteva.
Una donna come lei, così complicata, così insicura e problematica, piena di ansia, chi mai l’avrebbe sopportata.
Alberto, lui era diverso.
Lui le indicava cosa mangiare e cosa no, per il suo bene.
Si arrabbiava quando al ristorante lasciava qualcosa nel piatto, oppure se mangiava troppo.
Aveva iniziato ad andare in palestra, per Alberto, per permettere alla loro relazione di continuare ad essere salda. Chi mai vorrebbe stare con una donna flaccida?
Le indicava anche i vestiti da non indossare, Alberto, per apparire sempre bella ai suoi occhi. E a quelli degli altri.
E i capelli, biondi.
Ad Alberto piacevano le bionde.
E mi raccomando i tacchi, Alberto lavorava in banca, era circondato da donne coi tacchi, era abituato a certi standard, non era il caso di essere da meno.
E le amicizie, grazie ad Alberto aveva abbandonato tutti, non erano al suo livello e se non fosse stato per Alberto, non se ne sarebbe mai accorta.
Non passava giorno senza che Alberto non le ricordasse come essere migliore, per il suo bene.
Com’era fortunata!
- Come posso fare dottore? – chiedeva, dopo un’accurata narrazione.
Il suo medico, dopo un’istate di pausa – Scappi – le rispondeva.
Lo avrebbe fatto certo, magari domani.