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L’ESSENZA DELLA MAGIA, FAVOLA FANTASY
Avevo sentito parlare di una leggenda che sembrava uscita direttamente da un sogno, nella sala di Gladsheim, ad Asgard, esisteva un grande specchio magico, si diceva che chiunque lo attraversasse e lasciasse una pergamena con scritto un desiderio avrebbe visto quel desiderio realizzarsi.
Decisi quindi di intraprendere il viaggio verso Asgard, la dimora degli Dei Aesir tuttavia raggiungere Gladsheim non era un’impresa semplice, il ponte arcobaleno, il Bifrost, era sorvegliato dal Dio Heimdall, il guardiano dai sensi acuti e dagli occhi che vedevano tutto; ogni volta che tentavo di attraversarlo venivo gettato giù, nonostante i miei sforzi sembrava impossibile superare la sua vigilanza.
Un giorno, quando ormai la speranza iniziava a svanire, accadde qualcosa di inaspettato, mentre mi aggiravo sconsolato ai piedi del ponte arcobaleno incontrai una fata dai capelli dorati e gli occhi scintillanti come stelle, mi osservò a lungo come se potesse leggere nei miei pensieri e infine mi regalò un corno con disegnate alcune rune; "Questo è un corno magico", disse con voce melodiosa, "Quando lo suonerai anche il più vigile dei guardiani cadrà in un sonno profondo, usalo con saggezza"; la ringraziai e, stringendo il suo dono tra le mani, mi preparai per il mio prossimo tentativo.
Aspettai l’alba, mi avvicinai al Bifrost e suonai il corno, un suono dolce e ipnotico si diffuse nell’aria e poco dopo vidi Heimdall abbassare le palpebre e cadere in un sonno profondo; non persi tempo, attraversai il ponte correndo e mi ritrovai finalmente ad Asgard; era un luogo di una bellezza indescrivibile: torri dorate si innalzavano verso il cielo e i giardini erano pieni di fiori mai visti prima; superai le mura della città degli Aesir e raggiunsi Gladsheim, la sala maestosa dove si trovava lo specchio.
Quando entrai nel salone rimasi senza fiato, lo specchio era enorme, incorniciato da intricate decorazioni d’oro e argento che sembravano pulsare di energia; mi avvicinai ed estrassi la pergamena sulla quale avevo scritto il mio desiderio, attraversai lo specchio senza sapere cosa avrei trovato, dall’altra parte trovai Freya, la magia, era radiosa, avvolta in un’aura luminosa che sembrava emanare calore e conforto; "Congratulazioni", disse con un sorriso, "non molti riescono ad arrivare fin qui, il tuo desiderio sarà presto esaudito", la Dea prese la pergamena dalle mie mani e scomparve in una luce abbagliante, subito dopo mi ritrovai di nuovo davanti allo specchio.
Tornai a casa con il cuore pieno di speranza e pochi giorni dopo iniziai a vedere il mio intento realizzarsi, sapevo che non era una coincidenza; la leggenda dello specchio di Gladsheim non era solo una favola, era reale ed io ero stato abbastanza fortunato o abbastanza ostinato da viverla in prima persona.
MORALE DELLA FAVOLA:
In questo racconto di fantasia inventato da me lo specchio che si trova nel salone di Gladsheim e Heimdall assumono ruoli simbolici che riflettono la complessità della nostra psiche; lo specchio rappresenta il nostro subconscio, un “luogo” dove i nostri desideri prendono forma, tuttavia l'accesso a questo reame non è semplice poiché Heimdall, il guardiano vigile che rappresenta il fattore critico della nostra mente conscia, è sempre all'erta, pronto a bloccare qualsiasi desiderio o pensiero che non consideri sicuro o appropriato.
Il corno magico quindi diventa un simbolo delle tecniche e delle strategie, come la visualizzazione nitida e la meditazione, che possiamo adottare per aggirare questo censore permettendo ai nostri desideri di radicarsi nel nostro subconscio; una volta piantati i nostri intenti iniziano a germogliare e il nostro subconscio automaticamente si attiverà per trasformarli in realtà.