Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
Io l'ho sempre saputo.
Non sono mai stata come
le donne descritte al tg,
non ero cieca d'amore,
non ero inconsapevole ,
non ero manipolata,
io lo vedevo
E lo sapevo.
Ero cieca di odio per me stessa,
a tal punto da scegliere lui
anche se capivo.
Mi guardavo dal dirlo
persino alle mie sorelle
perché sapevo bene
cosa avrebbero detto:
esattamente quello che direi loro
fossero al mio posto;
so che mi amano
quanto io le amo.
Non volevo sembrare così stupida
da non vederlo
ne così masochista da vederlo
e volerlo.
Cicli sempre uguali, prevedibili...
Previsti.
Eppure andarsene non era pensabile.
Camminare sui bicchieri,
chiedendosi quanti giorni restavano
prima del prossimo crollo...
Tremare ad ogni cambio di tono,
o di sguardo,
il pavimento pronto a sgretolarsi
in qualsiasi momento,
E io?
Sempre pronta a cadere,
sempre a guardarmi alle spalle.
"Non è lui, è la droga"
"Non è lui, è l'astinenza"
"Non è lui, è che soffre"
E io morivo al posto suo.
Non mi ha mai toccata,
non mi ha mai colpita;
forse sarebbe stato meglio,
forse me ne sarei andata prima,
Probabilmente sarei rimasta lo stesso.
Ma ora che sono andata via,
con questo dolore che ci faccio?
Che nome ha?
Come si guarisce?
Come ci si disabitua alla paura?
Come si disimpara l'angoscia,
lo stringere I denti,
il rassegnarsi alla realtà?
Come si impara a piangere
senza premersi un cuscino sul viso?
Come si continua a vivere
pregando di poter tornare indietro
e non fidarsi di un uomo,
ma allo stesso tempo stringere
vostra figlia tra le braccia?
Come si fa ad andare avanti?
Poi, in un attimo,
seduta nella sala d'aspetto
dei servizi sociali comunali,
mentre leggo i volantini sui muri
qualcosa si spezza,
io mi spezzo.
Per la prima volta,
guardando quei volantini rosa
che parlano di psicologi,
numeri verdi e anonimato,
per la prima volta quello che ho vissuto lo penso con una parola:
Violenza.
Anche senza lividi,
Senza cicatrici.
E quando tra me e me mi chiedo
se lo fosse davvero,
il tremore alle gambe
al pensiero della vita
che avrei fatto con lui,
mi risponde di si.