Esperidia

scritto da A.B.
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Ode ad altri tempi,
- Nota dell'autore A.B.

Testo: Esperidia
di A.B.

Ancora speravi,
riservata vestale , Esperidia
dagli occhi scuri
quando dalle piante di rosa
spuntavano i primi germogli.
Ancora aspettavi
frutti più maturi,
piccola e minuta speranza
come te, mora,nel giardino
che si svegliava allora
spiato dal tuo angolino
dietro le cortine di pizzo di lino.

E quanta passione, Esperidia,
quest'inverno a lavorare la lana
d'un altro maglione,
quanto sferruzzare veloce
e abile nella stanza semi illuminata
dove una pendola monotona
rompeva cortesemente il silenzio.
Dimmi:di chi sarà quest'anno?
Ancora non sai
quale principe azzurro
lo indosserà.
Ancora non sai chi
dal balcone fiorito vedrai
in un tardo pomeriggio
di fine maggio
ma lui sarà ritto e ordinato
e lo vedrai vestito
in divisa da marinaio.
Ti dirà buonasera signorina
e tu buonasera risponderai
quasi impaurita.
E lui parlerà con voce forte,
sicuro di sé e fermo
quanto tu debole ti sarai fatta,
quanto tu tenera e più giovane
d'improvviso sarai tornata.
Dimmi Esperidia
come sogni quest'estate,
come nel fresco del mattino
in fretta riordinerai la tua casetta
e sotto la pergole in giardino
di vite canadese per lui apparecchierai
ogni giorno con le stoviglie buone
di porcellana cinese e argento
il tè del pomeriggio all'ombra
o la cena più tardi nella luce rossa
d'un sole non ancora spento.
Meravigliosa stagione 1'estate
profumata di vita
per chi ogni anno
se ne riinnamora.
Meravigliosa per chi risente
e non li ricorda
e nuovi ne riassapora i suoi profumi,
ne coglie i suoi frutti.
Ma come tanto da lontano
nei mesi s'è preparato
il suo splendore,
tanto è breve il suo apice
che nel pieno della solarità
già l'estate un bel mattino
si ricompone quasi per forza
la sua veste sgargiante di paglia
e ridiscende con gravità
fra le braccia dell'autunno controvoglia.
Ah Esperidia
quanto dolore anche quest'anno
quando lui per primo ti bacerà
protetto dagli sguardi altrui
dai primi rossi del folto rampicante.
Quanto dolore!
Già lo saprai che ti dirà addio
e quel bacio tanto a lungo atteso,
quel bacio che fin dal primo sguardo
si poteva dare ma non s'è osato
per vergogna o per timore,
quel bacio di tanto amore
anche lui sarà un frutto vero
di quell'estate,illusoria stagione.
E tu tutta sola un altr'anno
farai vendemmia d'autunno
e tutta sola ancora
rastrellerai le foglie in giardino.

Piangi ancora Esperidia
fino all'ultimo di dicembre.
Piangi ancora nascosta
sulla tua sorte distorta
mentre di un altr'anno
è sfiorita la tua giovinezza.
E come sostieni con fierezza il tuo viso,
riponi fra la polvere in cantina
le conserve con grandi etichette sui vasi
dai coperchi di stoffa col fiocco
di questo tempo tanto triste
e senza speranza di vita.
E finiti negli scaffali gli spazi vuoti
ritorna in salotto vicino al tavolino
mentre fuori è già
un buio pomeriggio d'autunno
e riprendi quel gran romanzo mai finito
e riprendila da capo
quella storia d'avventura,
di vera vita e d'emozioni,
di marinai e grandi barche,
di mostri marini e infiniti oceani.
E sogna ancora quel tuo mondo
di passioni e amori infuocati
come tramonti sull'estremo orizzonte,
non rossi di foglie sui tralci canadesi
dove l' unico sciabordio
è l'acqua triste delle grondaie,
è l'acqua fredda delle lacrime
d'una terra che ti ricorda solo dolore,
Esperidia.
Esperidia testo di A.B.
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