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Io non provengo da quegli occhi, son schiavo di ombre, rifugio nei sogni
Io taccio ruvidi pensieri
Soffio su lampioni accesi
Che il buio sia la mia poesia,
Son fatto di vetro e inchiostro
Son polvere che brucia sotto passi scolpiti nella volubilità
Si sente dalle mani del ombra il lancinante muoversi di visi al vento, tra trincee di pensieri e distese d'occhi vuoti, mutilati dal ingordigia di chi appassisce i suoi campi d'oro
Siamo alberi all' alba, coccinelle, rugiada su di esse,
L'erba cresce, i fiori amano, gli alberi pensano, e se parlar fosse peccato, io sarei serpe, e invece son edera nel suoi limpidi cieli