A voi tornerò.

a voi tornerò o diletti colli,
pel sentiero ch’alla memoria piega,
lascerò il sonor schiumar del mare,
per la quiete fausta de vostre valli.

per quell’angusto sentier niveo ed aspro,
tra broncie rocce fisse in terra brulla,
tra’l brumare che dal terreno s’alza,
sotto il luminar tenue della luna.

a stagion de foglie giungerò a voi,
che dell’ardor non resteran che spoglie,
cangian i bei colori d’oro in rosso,
stridon le frasche al vento che le move.

in quel borgo ove lo squillo ancor tace,
alle sue case di petre fumose,
ch’ancora hanno i loro usci conchiusi,
come palpebre nel sonno della notte.

per le scalee che l’ombre adornano,
sino all’ermo viale che filato punta
a quel solingo faro ch’alto s’alza,
a rimirare ciò ch’al mio cor s’assenta.

di lì più giù, per quel romito stradello
che costeggia quel pendio che prevale,
tra umor di terra e fresco odor di brugo,
con passo mesto e sicuro andare.

e già il mio destino s’avvicina,
là dove il vento suole ornarsi d’aghi,
tra fumidi cipressi lì raccolti,
alfine riposerò con i miei avi.