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In un tempo antico
viveva in un limbo.
Noi,
una creatura con quattro gambe e quattro braccia,
due teste e due cuori,
era più forte degli Dei e degli eroi.
La spada di Zeus la trafisse,
sulla Terra la smembrò.
Da questa nuova nascita
la Mancanza permeò la loro anima.
Uomo e donna furono come luce e ombra,
si cercavano in un ciclo senza fine,
la loro umana natura segnò una linea di confine.
Emerse dalla nebbia del sogno
un sentimento che non sembrava nuovo.
Si riconobbero!
“Sono come una feroce fiera,
a cui la solitudine ha divorato l’esistenza.
Bruciante, carnale, tangibile,
sei tu la metà che mi sazierà”.
“L’ Amore non ha rimedio.
Io sarò pace nel tuo inferno.
Lasceremo quei gironi,
le nostre scelte non meritano punizioni”.
Combaciarono dei due corpi le cicatrici,
nell’abbraccio si fusero i cuori.
Come nel principio di un nuovo giorno
nelle tinte rosate dell’alba
si sfiorano la luna ed il sole,
così tornarono ad essere un’unica entità.
Ecco l’incipit della loro nuova fiaba,
che ha come meta la felicità.