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A volte mi domando il perché del nascere,
qual è lo scopo del nostro vivere,
se la vita è così aspra, un filo di tristezza,
dolore che si attorciglia, addii in catena,
solitudine che sibila, rabbia che graffia.
Eppure, nel buio dell’insaziabile vuoto,
una fiamma danza, non di cenere e carbone,
ma del respiro invisibile che chiamiamo sogno.
Noi siamo stoffa intrecciata d’eterno,
e sognamo non per fuggire, ma per plasmare.
Nel mare immenso delle pretese altrui,
ci smarriamo, affamati di risposte.
Ma la vera ricchezza non si conta:
è una sorgente segreta, che pulsa in noi.
Perché deve esser così arduo
vivere fedeli al nostro sentiero?
Io voglio una vita di vento e luce,
di cieli indaco e orizzonti senza bordi,
non una strada tracciata da metalli e pietra.
Sentirsi strani, sempre diversi,
come un filo dorato in una tela grigia,
come un’eco di tempesta in una stanza muta.
Ma non siamo nati per questa prigione.
Siamo fili di seta nel telaio del cosmo,
e ogni passo verso il sogno ci fa veri,
ci rende vivi, ci trasforma in creatori.
Viviamo davvero solo se osiamo sognare,
perché l’impossibile è un’ombra fugace,
e il mistero, quel respiro infinito,
è il cuore pulsante dell’essere.