L'Arte del non scritto

scritto da Alejandra Bonnett
Scritto 11 mesi fa • Pubblicato 11 mesi fa • Revisionato 11 mesi fa
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Autore del testo Alejandra Bonnett

Testo: L'Arte del non scritto
di Alejandra Bonnett

Un autore – se sono, forse, con la mia umile esperienza di vita, degno di questo titolo – non sa mai quando avverrà un'illuminazione, quando si attiverà quel meccanismo misterioso, quella luce ancora oscura che chiamiamo ispirazione. Scegliere di scrivere testi, sia come passatempo che come professione, significa accettare ogni giorno la possibilità di una rinuncia: restare a casa, davanti al foglio o allo schermo, mentre il mondo gira e il sole splende fuori. A meno che non si possieda la memoria di un certo Funes – che ebbi la fortuna di conoscere, anche se la sua capacità creativa è dubbia sia per me che per il suo stesso creatore – ogni giorno di reclusione è una perdita inconsapevole, per lo scrittore e per il mondo.

Si parla molto di Alfonso Quijano o della famiglia Buendía; poco di coloro che non videro mai la luce affinché oggi possiamo godere delle loro magnifiche storie. Quei personaggi, quelle storie e quei mondi che non sono mai esistiti rappresentano un sacrificio silenzioso, sepolto nell’oblio di ciò che non è stato scritto. Tuttavia, si potrebbe ben sostenere che, se qualcosa non è nato affinche l’umanità possieda la Commedia di Dante o l’Amleto di Shakespeare, non si è realizzato sulla terra – e difficilmente si realizzerà – sacrificio più sensato e benedetto.

A questo rispondo che, da una mente capace di produrre opere di tale calibro, potrebbero fiorire solo altre di pari o maggiore valore. Il lettore crede forse che Cervantes avrebbe pianto se avesse saputo che, in un’altra vita, avrebbe potuto scrivere una terza parte del Chisciotte che nella sua non è mai esistita e mai esisterà? Io affermo che, se ogni buon scrittore potesse intuire la quantità di meraviglie che rimarranno per sempre dormienti nel grembo creativo, non dormirebbe la notte, insoddisfatto di tutto ciò che è riuscito a portare alla luce.

A voi dico una cosa, con la tenue illusione che possa servire da conforto: se le leggi della chimica affermano che nulla si crea e nulla si distrugge, forse le parti mancanti de Il processo di Kafka si trovano nella sua Metamorfosi, o forse Kafka vive ancora in tutte le parti mancanti delle sue opere. Perché il mistero dell’arte non risiede solo in ciò che vediamo o leggiamo, ma anche in ciò che intuiamo, nelle ombre proiettate da ciò che non è stato detto.

Forse ogni scrittore, alla fine, è un esploratore dell’infinito: consapevole che non potrà mai cartografarlo completamente, ma ostinato nel disegnare le mappe che può. E forse, in questo sforzo, risiede la vera grandezza del suo mestiere.

L'Arte del non scritto testo di Alejandra Bonnett
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