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SONO MORTO TRE VOLTE.
Dall’ultima volta sono morto tre volte. Una appena nato, una appena compiuti 18 anni ed una ieri.
La nebbia avvolge il mio umore ed il mio pensiero.
Sono morto per la terza volta.
Questa volta l’ho capito prima. Forse.
Ho sognato mia madre che mi dava il bacio dell’addio. Non sapevo che sarebbe stata la terza volta.
C’era anche lei, mi salutava con un fazzoletto bianco e le lacrime al volto.
Mio padre mi guardava ma non mi vedeva, cercava di essere forte ma aveva gli occhi lucidi. Mia sorella piangeva.
Non ho capito perché fossero tristi. Alla fine andava bene così.
Non c’è due senza tre, magari è la volta buona. Me lo merito. Dopo una vita a combattere per ideali che non mi rappresentano e che non sento miei e mai l’ho fatto.
Dall’ultma volta in cui ho creduto a qualcosa o a qualcuno sono morto tre volte. E da quel giorno ho promesso che non avrei più vissuto.
Ma ogni volta finisco per addormentarmi, sognare la vita perfetta e poi svegliarmi in una pozza di sangue ed escrementi. Percependo la puzza di fallimento, rinasco, consapevole che anche questa volta non sono morto.
Ma ieri lo ho capito. È da qualche giorno che lo so. E poi, la terza volta è quella buona. Se non morirà il corpo, ucciderò anima e ricordo.
Appena nato, sono morto per un mondo che non mi voleva e me lo ha detto in tutti i modi. Fino ai diciotto anni, quando sono morto per la seconda volta, quando ho avuto bisogno di non essere adulto. A diciotto anni non sei adulto. Forse non lo sei mai ma di sicuro non a diciotto anni. Ho sempre provato la morte per gli altri, ma ieri l’ho fatto per me.
Ci ho provato, ma questo mondo non fa per me e viceversa.
Lo sapevo, era la volta buona ma stamattina mi sono svegliato lo stesso. In una pozza di sangue ed escrementi. Degli altri.