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La stupidità è il marchio degli uomini, l'indelibilità della stirpe condannata ad un'eterna maledizione.
La stupidità è la strage degli animali, la sconfitta degli incapaci e deboli per l'affermazione dei valorosi e inflessibili.
La stupidità è un valico smisurato e incolmabile, che smembra in sfaccietature peculiari l'identità della coscienza.
Tale ottusità è simile ad una malattia intellettuale, che conduce lentamente e inesorabilmente alla morte della genialità.
Alcuni individui sono predisposti geneticamente a contrarre l'infezione, altri l'aquistano con il preterire alla sorte le redini della propria esistenza.
La nostra società contemporanea gli isola e gli discrimina, eppure al contempo gli assegna e gli conferisce cariche elevate e carriere luninose.
Ciò che è necessario ai tempi odierni, come l'ossigeno per la respirazione, è il mostrarsi agli altri nelle sembianzi migliori e perfette, che rendono mperscrutabili i segni categorici della vera natura umana, gli emblemi delll'imperfezione.
In sporadici e insoliti casi, anteposta all'estinzione del cervello, vi è una rinascita culturale: a dettarla sono l'intenzione e la tempra dello stupido, che dimostra una saggezza inconsueta. Purtroppo, anche in questa situazione, si ricade intanto nel baratro dell'inefficienza.
Per la stupidità, non esiste cura.