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Dai tredici anni ho iniziato a parlar da solo perché soltanto io riuscivo a comprendere la tristezza che provavo; il mondo ti sembra grigio ed uggioso anche quando c’è il sole, quando è estate.
Ho sempre creduto di esser daltonico quando, invece, il mio vedere solo colori scuri, non è altro che il percepire il mondo dal suo lato più cupo.
È tutta una questione di testa e carattere, malinconia e solitudine quando sorridi ad un gesto che non riesci perfettamente a percepire solo per non deludere l’altra persona: scegli illusione perché provoca meno dolore.
Bukowski diceva, in un suo libro, che “la vita è dolce se glielo concedi”; tu, però, assapori solo amaro e delusioni a tal punto di preferire la strada dell’insuccesso solo per dire di esser arrivato in fondo, per poi scoprire che si tratta solo di una strada senza uscita.
Almeno non fa male.
Sei già preparato.
Sei già abituato.
Non ho mai rinnegato, ripudiato le scelte sbagliate della mia vita perché la prima volta è tutta esperienza, se le ripeti è solamente perché ti è piaciuto.
Almeno ho fatto ciò che volevo senza farmi condizionare dalle idee di altri. E, se fosse così sbagliato ascoltare gli altri, allora cosa ci sarebbe di positivo in un consiglio? È come camminare sul lato destro del marciapiede solo perché lo fanno tutti quando, invece, andresti più veloce se camminassi dove non c’è nessuno che ti ostacoli!
Parlar da solo fa bene, vedi? Sono tredici anni che lo faccio! Solo tu conosci veramente te stesso.
Se ciò che diceva Bukowski fosse vero, non bisogna aver paura della tristezza, della malinconia o solitudine perché, senza di loro, non si capirebbe quanto dolce possa esser la vita.
Quando capita..
E capita.
Capita anche di pensar troppo forte da sentir il cuore urlare dal dolore. Lo senti battere talmente forte da stancarti anche stando sdraiato sul letto.
E fumi una sigaretta per calmarti, guardando il soffitto e fantasticando ad occhi aperti.
Una calda, sudata ed eccitante scopata fa passar, anche solo per un po’, tutto: che sia quello il dolce sapore della vita? Quello che ha in mezzo alle gambe? Sicuramente lo è.
Ma anche quella è solitudine; viene lei, vengo io.
Vengo io, non viene lei.
Che ingiusta la vita!
Però, vi dico una cosa per concludere: si sta veramente bene quando si riesce a rispondere a tutti i propri "perché". Una barca si sposta solo grazie alla sua vela perché senza di essa il vento è inutile. E se ci fosse la vela ma non il vento? C’è sempre il suo motore. Le risposte corrette le trovi da solo/a, gli altri ti danno solo delle alternative.