Che fine hai fatto?

scritto da red swan
Scritto 10 giorni fa • Pubblicato 9 giorni fa • Revisionato 9 giorni fa
0 0 0

Autore del testo

Immagine di red swan
Autore del testo red swan
Immagine di red swan
E che succede se una mattina qualsiasi, all' improvviso la persona del tuo cuore sparisce senza lasciare tracce? Lui si chiama Virgilio e lei Roberta.
- Nota dell'autore red swan

Testo: Che fine hai fatto?
di red swan

La mattina iniziò come tante. 
Solita sveglia. Solito caffè. 
Solo una cosa era diversa. 
Non c’era il suo messaggio.
Nessun “buongiorno amore”.  Nessun “dormito bene?”
Nessun cuoricino, nessun selfie buffo, nessun meme. 
Solo il vuoto dello schermo. 
E un senso vago di inquietudine che, inizialmente, ignorai.
“Magari dorme ancora. Che turno aveva oggi? Avrà avuto da fare.”
Ma una voce dentro, sottile come un filo che taglia, mi diceva che qualcosa non andava.
Arrivai in ufficio con l'istinto di cercarla subito. 
Come ogni mattina. 
Ma dietro il monitor della reception non c'era il suo volto. 
C’era un’altra. 
Bionda. Fredda. Distratta. Nulla di lei.
«Scusa… Roberta oggi non c’è?»  «Roberta? Io sto coprendo il turno, mi hanno solo detto che la postazione era libera.» 
Libera.
Libera? Roberta?
Come se fosse una parola qualunque.
Mi guardai intorno, aspettandomi uno scherzo, cercai il suono dei suoi passi per i corridoi.
Aprii l’armadietto, con un mezzo sorriso già fragile. 
Forse mi aveva lasciato uno dei suoi bigliettini. 
Forse un pacchetto di biscotti come ogni lunedì.
Ma c’erano solo quelli della settimana scorsa. 
Niente di nuovo. 
Niente di suo.
Poi il colpo più secco. 
Nessuna prenotazione delle sale riunioni, nessun allestimento in perfetto stile Roberta.
Nemmeno la mia. 
Lei che non se ne dimenticava mai.  Nemmeno quando litigavamo.  Nemmeno quando mi diceva “oggi non ti parlo” e poi comunque mi sistemava tutto.
Le riunioni andarono avanti con il suo nome che mancava ovunque.  Sulle mail. 
Sulle chat. 
Nei corridoi.
Ovunque, tranne nel mio stomaco.  Lì c’era solo lei.
Durante la pausa pranzo non resistei. 
Salii in macchina, misi in moto.  Direzione: San Martino, casa sua.
E mentre guidavo, il cuore accelerava più dell’auto.
Partì per caso una playlist su Spotify. Le nostre canzoni.
Quelle italiane che io storpiavo e lei cantava a squarciagola.
Quelle che facevano ridere, anche quando facevamo finta di litigare.
Mi girai verso il sedile accanto. 
Era vuoto.  
Allungai la mano cercando la sua, niente.
Ma per un attimo…  giuro… mi sembrò di vederla.
Di sentire la sua voce, di vederla dirmi “quando facciamo il karaoke?” 
Ma era solo la mia testa. 
Solo la mia colpa.
Arrivai a casa sua. 
Il giardino era cupo. 
Tutto sembrava vuoto.  
Le sue amate piante erano secche e ingiallite.
Come una casa abbandonata di colpo. 
Come se la vita fosse evaporata da lì. Cercai il suo nome sul citofono.  Non c’era.
Sparito.
Suonai lo stesso. 
Niente. 
Ancora. Niente. 
Chiesi al vicino:  «La ragazza con i capelli rossi… Roberta. Sa dove sia?» 
Lui scrollò le spalle. «Se n’è andata, credo. Ho visto un furgone due giorni fa. Non ha lasciato detto nulla.»
E fu lì. 
Lì che si aprì dentro di me una voragine.
Quella che non si richiude più.
Provai a scriverle. 
Telefono spento. 
Messaggi non consegnati. 
Profilo WhatsApp sparito.
Provai a ricordare se conoscevo qualcuno della sua famiglia.  Nessuno.
Lei mi aveva detto tutto, ma io non avevo mai ascoltato davvero. 
Non avevo mai voluto sapere. 
Mai voluto mescolare le vite.
Avevo sempre detto:  “Meglio così, è più semplice.” 
Più semplice. 
Semplice perderla, anche.
E adesso non sapevo nemmeno a chi chiedere se era viva. 
Se stava bene. Se aveva solo cambiato città. 
O se si era spenta, una mattina qualunque, senza che nessuno lo sapesse.
Seduto in macchina, davanti il cancello di casa sua, piansi.
Piansi davvero. Per la prima volta.  Per lei. Per me. Per tutto quello che non sono stato.
Non l’avevo voluta nella mia vita.
Solo nella mia agenda. 
Solo tra le note di un pomeriggio.  Solo nell’ombra dei miei silenzi.

E ora lei era sparita.  

E con lei tutto quello che non avrò mai il coraggio di dire.






Continua...

Che fine hai fatto? testo di red swan
9