Oltre I°

Né tu né io
la vogliamo infondo
questo silenzio
e questa amicizia
così poco concreta
che ci lega a prima di me,
quand’ero immeritato
o forse non libero,
già fermo nell'ambito premio.
Ma chiusa la porta,
nel buio del gesto,
quando si fermò
anche se per poco lo sguardo
nell'ultimo spiraglio
di luce accecante
come una lama tagliente
sempre più sottile
incuneata nel nero vuoto,
ho rivisto quel che eri,
ho rivisto nel tuo passo
quanto mancava al mio,
al mio davvero cosi impreciso.
Incapace di muovermi,
come morto,disteso ho gridato forte.
Ma quale grido, quale voce
avrebbe potuto vincere
quella forza abbagliante?
Cosi respinto nella stanza
agitava il grido
l’informe senza distanza palpabile
al confine tra i corpi e il restante, buio.

E quando ti immagino vicino
è per quel potere che mi è dato
di far apparire come visto
quel che non c'è
per anche lontana memoria
che posso tenermi la fantasia
e indisturbato lasciare il mito.
Non pronunciando nessuna parola
rispondere con tutte quelle già dette
e vivere come in sogno
l'attesa in questa non voluta,
in questa quasi dimentica assenza.