Paria

scritto da GiovenaleMinore
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Appare la distruzione, come la Torre nei tarocchi
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Testo: Paria
di GiovenaleMinore

Come descrivere il tormento?

Ti ho persa!

Mille colpe, mille rimpianti;

vago, perduto tra mille anime

tra cui non conosco la mia,

chiamandoti silenziosamente,

sapendo che non mi risponderai più,

versando inutili lacrime,

innalzando inutili preghiere

verso un cielo muto e ostile.

Forse son Io l’ostile, il peccatore,

l’ingrato egoista che non riconosce

la misericordia quando gli viene concessa.

Tra mille facce, qual è la mia vera?

Io oramai non la conosco più!

 Mi son fatto ciò che tutti volevano;

nascondendo la mia vergogna di reietto,

di paria, perverso e annichilito dalla nascita.

Le mie paure mi hanno guadagnato l’attributo

di Jekle e Hyde, un mostro che si nutre

di anime e corpi di vittime innocenti.

Io, che non so il significato vero di compassione

e empatia, di amore e misericordia

neppure per me stesso,

come posso pretenderne dagli altri?

Ha inizio il mio vero Calvario.

Qui, sul luogo del teschio

sarò vittima e carnefice;

esposto, nudo agli sguardi sconosciuti

come il ladrone trafitto in croce.

Paria testo di GiovenaleMinore
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