Manifesto della solitudine

scritto da OleandroBianco
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Per chi come me è divorato/a dalla solitudine.
- Nota dell'autore OleandroBianco

Testo: Manifesto della solitudine
di OleandroBianco

Anche se arranco, questa volta ci sto davvero provando. A uscirne, ad avere una vita semi-normale.
Cambiare i mobili della mia stanza, i vestiti, cercare un lavoro, andare al cinema, fare shopping, uscire, anche da sola, tornare a leggere e scrivere tantissimo, programmare un tatuaggio. Posso elevare i pensieri, comunicare un minimo con le persone. Ma non mi basta per colmare le mie mancanze, un cuore ingordo e silente che chiede tutto e niente.
La verità è che ormai sono così indietro che per quanto possa sforzarmi di correre per stare al passo, il vuoto non se ne va.
Inizio seriamente a pensare che la vita non abbia nulla da darmi anche se io cerco di dare ad essa tutto ciò che posso nei miei limiti, ma mi sento come se inaffiassi una terra da cui non cresce niente.
Che per quanto io possa portare avanti questa farsa di persona che sta meglio, e ci credo pure, poi iniziano a cadere i capelli. Torna la dermatite, spietata, con la pelle che si spacca e perde pezzi, le occhiaie che evidenziano un sonno mancante e disordinato, l'appetito che se ne va, le labbra che si screpolano e sanguinano. 
Perché si, chiamatelo pure cambio di stagione, ma il corpo non mente, lo sa prima di noi, fa il lavoro al posto nostro mandando segnali che poi diventano difficili da ignorare.
E ci si sgretola, nella solitudine.
Credevo di avere un motore che mi spingesse e invece mi trovo annegata dal mio stesso moto ondoso e dalle mie illusioni, con un peso nel cuore che sta per esplodere in pezzi.
La verità è che siamo soli, nascosti dietro una barriera di incomunicabilità, faccio fatica a capire gli altri e farmi capire, la trappola dove cadiamo tutti.
Non vi chiedo scusa perché sono pesante, non mi scuserò perché sto male.
Non voglio più vergognarmi di dire, che si, soffro. 
Soffro di una solitudine alla quale sono abituata ma non ci si abitua mai, non ci si abitua mai alle notti lunghe e al silenzio. Ma ho altra scelta?
Ognuno è preso da sè stesso, magari arriva pure qualcuno che ti allunga la mano ma poi la ritrae forse spaventato quanto me o da me, non lo so, cerco le risposte ma non le trovo.
È che siamo soli, nessuno escluso. Soli.
Nel dolore, nell'incomprensione.

Non trovo amore e umanità o forse non raggiungono me ma io NON LE VEDO.

Però poi in questi giorni ho letto una frase che mi ha colpita: come non ci riesci se ci sono fiori che spaccano i marciapiedi. Forse devo smettere di cercare la cura negli altri e trovarla in me. Solo che ora come ora dentro me non c'è nulla, sto esaurendo le risorse.
Il mio è soltanto l'ennesimo grido di aiuto, è lanciare un sos in un mondo vacuo e pieno di distrazioni, un sos in un mare vuoto.
????
Un senso di vuoto e solitudine che mi divorano.

Avevo una speranza e mi ci ero aggrappata come una bambina su un'altalena pensavo che avrei potuto scambiarci il sonno e la pace che tanto agogno.

Sono stanca, forse non merito amore e felicità.

Manifesto della solitudine testo di OleandroBianco
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