Pochi giorni fa è stato il mio compleanno. Ho compiuto 25 anni. Già, ho vissuto un quarto di secolo e quasi automaticamente ho fatto un bilancio di tutto quello che ho fatto nella mia vita. Ho un lavoro stabile. Anzi due lavori. Vivo da solo, in un paese straniero, e sto per iniziare un master all'università. Dovrei esser orgoglioso di me, di quello che ho ottenuto, di quello che ho affrontato; ho combattuto al solitudine e ho fronteggiato la notizia più devastante della mia vita completamente da solo. Chiunque sarebbe almeno un po' fiero. Ma allora perché io non lo sono?
Perché non riesco a essere soddisfatto di me, di quel poco che sono riuscito a conquistare con le mie forze? Perché, ai miei occhi, tutto sembra un fallimento, un buco nell'acqua, una testata contro il muro, un disastro? Perché non riesco a volermi bene, ad apprezzare i miei sforzi? Perché ho sempre questa sensazione di vuoto che mi circonda e mi risucchia, questa oscurità latente che si impossessa di me spesso ed inaspettatamente e che mi fa odiare così tanto la mia vita? Perché io? Che cosa ho fatto?
Ho cercato così tanto la risposta a queste domande. L'ho cercata, l'ho filosofeggiata e spesso me la sono anche inventata ma i dubbi sono sempre tornati. Mi sento come bloccato sul fondo di un infinito pozzo nero; troppo stretto per muovermi o per puntellarmi lungo le pareti. Non posso fare niente se non restare immobile, con la testa verso l'alto, a fissare quella fioca luce che simboleggia l'uscita e che molto probabilmente non riuscirò mai a raggiungere. Resterò sempre qui, sul fondo di questo pozzo fino al mio ultimo respiro, fino a che il mio cadavere, marcio e putrefatto, diventerà polvere. Solo abbracciando completamente l'oscurità riuscirò ad essere libero. Ma perché deve essere questa la mia vita?
Io vorrei solamente essere felice, vivere le gioie e i dolori della vita come tutti ma in realtà mi sembra soltanto di sopravvivere, di esistere in una perenne oscurità, di brancolare, di vagare infinitamente ed in tondo. Spesso ho paura che questo darà il mio destino, ho paura di trovare la strada giusta troppo tardi oppure di non trovarla mai. Ho già vissuto un quarto di secolo e mi sembra di non aver fatto nient'altro che respirare e vagare nel nulla. Sono stanco delle persone che mi dicono di avere pazienza, che mi dicono di aspettare. Sono stanco di aspettare, cosa dovrei aspettare? Non posso aspettare o altro tempo passerà e sarà troppo tardi. Devo agire ma sento le mie mani legate, catene ai piedi e un bavaglio alla mia bocca. Non posso urlare o chiedere aiuto. Posso solo aspettare ma so che no sopravvivrò a questa attesa. Non stavolta.
Senza senso.............senza senso............. testo di Andrew