Decalogo delle massime scassature di zebedei

scritto da Nigel Mansell
Scritto 12 mesi fa • Pubblicato 12 mesi fa • Revisionato 12 mesi fa
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Autore del testo Nigel Mansell

Testo: Decalogo delle massime scassature di zebedei
di Nigel Mansell

LIVELLO 1

I lunedì.

I giorni di pioggia.

I reality show (che poi in realtà sono proprio il contrario), e le serie televisive (perché diluire un concetto in innumerevoli puntate?).

Il caldo quando fa caldo, il freddo quando fa freddo.

L’acqua sgasata.

La birra calda.

La birra senza schiuma.

Il vecchio col cappello che guida la Panda davanti a te.

Gli oroscopi e chi ti dice che sei così perché sei della Vergine.

L’acquasantiera, quando infili la mano anelando uno scudo invincibile contro il male cosmico e invece, con delusione, scopri che è asciutta.

 

LIVELLO 2

Babbo Natale e le liste suggerite dei regali.

Le visite improvvise non annunciate.

La bassa vecchietta, con l’ombrello all’altezza della tua faccia, che inevitabilmente finisce per ficcarti le bacchette negli occhi.

Chi mangia l’aglio e poi ti vuole raccontare delle sue vacanze.

Quando iniziano col dirti: ti ricordi…

 

LIVELLO 3

Le solite chiacchiere con i conoscenti, molto meglio le due parole con un estraneo, o perché no, con il benzinaio? Oppure un passante, meglio: una cassiera dell’Esselunga.

I messaggi vocali di WhatsApp.

Le telefonate che durano più di venti secondi.

I gruppi di WhatsApp.

Il carrello della spesa con la ruota che gira alla balorda, così finisci per schiantarti sugli stinchi di quel povero vecchietto traballante, ma non riesci a trovare una scusa plausibile per poterti giustificare.

Cantare in coro quella canzone, ma scoprire sul più bello, che l’avevi sempre cantata con le parole sbagliate.

La neve in città.

 

LIVELLO 4

Quando il solito che non si fa mai gli affari propri, lancia l’idea della colletta per il regalo all’autista, al professore, all’istruttore o magari al collega che va in pensione.

La commessa di diciotto anni che ti da del tu, perché pensa che così gli comprerai quei jeans sdruciti da “giovane”, che ti faranno poi apparire come un povero imbecille che non vuole invecchiare.

Quelli che mescolano all’infinito con il cucchiaino il caffè nella tazzina, forse per sfogare le loro frustrazioni?

Prendere il biglietto del banco del prosciutto al supermercato e scoprire che c’è una ventina di persone davanti a te.

Quello che ti posteggia a due millimetri e per scendere sbatte la portiera contro la tua fiancata.

Le ruote sgonfie.

Il frigo vuoto.

Quanto ti dicono: ti spiego o ripeto… e poi incominciano a parlare per ore.

Il tè, il tè con i pasticcini, il tè con i pasticcini e le chiacchiere, il te con i pasticcini le chiacchiere e tutti i riti e consuetudini che ne seguono.

 

LIVELLO 5

L’uso smodato di parole e definizioni in inglese, peraltro ignorandone l’equivalente in italiano.

L’Albero di Natale e il panettone a novembre.

I logorroici autoreferenziali.

Le messe, senza vicine di banco interessanti da osservare, o degli stimolanti affreschi sulla volta della chiesa in cui perdersi.

Le calze, con l’elastico frusto, che continuano a scendere.

Il pizzaiolo che ti offre il limoncello.

Quello che negli spogliatoi ti parla mentre si veste, quindi devi per forza guardarlo mentre si infila la maglia della salute dentro gli slippini.

Il cameriere, quando arrivi persino a buttarti a terra pur di farti notare, ma lui ti scavalca, sempre fingendo di non vederti.

La difficoltà nell’accoppiare i calzini neri, piuttosto che quelli blu.

Le pellicine sulle dita, che alla fine strappi con violenza, e inizi a sanguinare così tanto, che ti tocca controllare di che gruppo sei per un’eventuale trasfusione.

Ancora problemi sentimentali per il tuo collega, questa volta non ce la puoi fare!

 

LIVELLO 6

Parlare e riparlare, a vanvera, di vini e cibo.

Quello che ti dice che ha sentito dire, magari dalla vecchia zia o da quell’impicciona della vicina, che forse, magari, può essere… che il tempo potrebbe peggiorare. Basterebbe invece che verificasse su quel cazzo del suo cellulare, da cui non si separa mai.

Quando devi per forza programmare qualcosa per Capodanno o Ferragosto, ma invece vorresti essere solo teletrasportato sul pack dell’Antartide.

Quella macchia sulla camicia bianca, che nel tentativo di rimediare, fai diventare un dipinto astratto.

Il cambio dell’ora: oltre a non capire mai se si sottrae o si aggiunge, devi risistemare tutti gli orologi, compreso quello là in alto sulla parete.

Si è fatta una certa… è ormai l’ora di andarsene, ma tu non sai come congedarti: salutare tutti, oppure semplicemente scomparire?

Gli algoritmi, che ormai sembrano essere responsabili di tutto, dal caro biglietti sino al motivo per il quale non trovi più dal bottegaio la cara vecchia spuma.

La transizione energetica. E sarebbe? Per esempio, comprare nuove auto elettriche che costano il triplo delle precedenti per buttare la nostra economica che andava ancora così bene?

Sparecchiare dopo cena, ma ormai ti è calata la palpebra e il divano con la copertina ti stanno chiamando a gran voce.

 

LIVELLO 7

Matrimoni, cresime, compleanni, comunioni ecc.

La festa dei coscritti o le riunioni degli ex compagni di scuola: a che pro? Per contare in quanti si è rimasti o per verificare chi è invecchiato peggio, magari per parlare dei soliti triti e ritriti vecchi aneddoti?

Gli apparecchi elettronici che non funzionano. (Che poi miracolosamente quando arriva il tecnico per verificare, tornano a lavorare magnificamente e tu ci fai la figura dello scemo).

Le scarpe che appena indossate sono comode, ma che poi, inspiegabilmente, diventano strette nel corso della giornata.

La goccia ghiacciata che ti cade proprio tra capo e collo e si insinua crudele sino all’osso sacro.

L’irresistibile esigenza di infilarti la mano nei pantaloni per sistemarti il pacco, ma non lo puoi fare perché sei in pubblico.

Mia madre, quando ero piccolo: vieni che non ti faccio niente!

La Privacy, che poi in sostanza devi solo firmare migliaia di fogli in più e intanto ormai sanno anche quante volte vai in bagno.

 

LIVELLO 8

Quando l’acqua della doccia non scende o la caldaia è in panne, ma tu, già nudo come un verme, non puoi smettere di battere i denti.

Quei bambini allo stato selvatico, accompagnati da genitori altrettanto maleducati.

Le torte con le mele.

I saldi, i Black Friday e le svendite di fine stagione.

Un brufolo giallo sulla punta del naso.

Quando una donna ti chiede di aprirle la bottiglia di plastica, ma con vergogna devi constatare che non ci riuscirebbe neanche un lottatore di Sumo.

Quelli che non capiscono un cazzo, ma hanno un’opinione su tutto, e ci tengono pure a fartelo sapere.

La battuta che pensavi spiritosa, lanciata nel tuo massimo livello di euforia, ma che inspiegabilmente cade nel gelo più totale.

Quel pesante vocabolario che ti sfugge di mano, e di spigolo, finisce proprio sul mignolino del tuo piede.

 

LIVELLO 9

Il dover essere per forza allegro ed espansivo, quanto intorno a te tutti lo sono.

Ballare.

Il Karaoke.

In ascensore con degli estranei.

Le password… e 1234 non è tra le opzioni.

I nomi dei conoscenti, il numero e il sesso dei figli degli amici: ma chi se lo ricorda? Quante gaffe…

Lei: dobbiamo parlare!

LIVELLO 10

Gli ospedali, i medici con le medicine, e tutto quelle che ne consegue.

Una meteorite che ti riserva la stessa fine dei dinosauri.

Quando la gente muore senza avvisare.

Le mogli, quando è ormai finita.

La fatica quotidiana di conformarsi, omologarsi, per poi mimetizzarsi… cercare insomma di non essere così freak e per non creare problemi cercare di assomigliare a tutti gli altri.

Dare la disdetta a un contratto.

Decalogo delle massime scassature di zebedei testo di Nigel Mansell
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