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La figura statica
Vegliando o dormendo o sognando, una figura d'uomo, statica, sostava in un angolo della mia stanza. Ricordo ch'era pallida, ma piuttosto curata nel modo di vestire. Io disteso sul letto. La figura statica in un angolo a fissarmi con occhi stanchi.
Avvolte io mi sdraiavo sul letto e le chiedevo: - Chi sei?
Nessuna risposta ho mai udito.
Allora io spalancavo la finestra e aprivo le tende: al risveglio il sole già tramontava ad occidente.
Ed uscivo di casa. E per i vicoli, nelle piazze, vedevo la figura statica di fronte a me. Talvolta correndo, avevo l'impressione di essermi sbarazzato per sempre di quell'inquietante figura. Ma dopo un attimo, la vedevo comparire al mio cospetto.
E tornavo nella mia stanza infine, a tarda notte. Prima di entrare esaminavo la strada e i suoi più neri recessi. Quindi entravo in casa e mi distendevo esausto sul letto. Ma distintamente rivedevo la figura statica avvicinarsi ai cortinaggi del mio letto.
E levandomi dal letto dicevo: Chi sei? Lasciami in pace! Ma non udivo risposta.
Poi venne l'inverno, e mi rifugiuai nelle vecchie cantine dei signori di Evanesk. Portando nel cuore la speranza di non vedere più quell'orrenda figura. Ma eccola ricomparire in un giorno di pioggia. Io disteso sul letto; la figura eretta in un angolo. Ma questa volta non le dissi nulla. E la evitai con lo sguardo. E allora la figura disse:
- Chi sei?
- Ah.... parli dunque?
- Perché vuoi che me ne vada? Perché vuoi sapere chi sono?
- Perché mi perseguiti? Da dove vieni? Chi sei?
- Non ti sbarazzerai mai di me!, - disse infine la figura. - Io sono la tua anima, e me ne andrò con te!
Ottobre 1996