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Chè il battente non so battere,
Lo stipite non so attraversarlo,
e la maniglia, che rimanga pur dov'è.
Te che dai sul mondo del Sogno mio,
e come tempesta a mezzanotte
non lasci trasparire nulla;
non un so?o d'aria,
non un filo di luce che mi accechi per un secondo,
non un lamento, pronto a farmi cambiare idea.
È che, per quanto stupido sia parlarti,
più sei chiusa e io più ti desidero,
più ferma, più di vederti scorrere dolcemente a mezz'arco,
più limiti, più vorrei distruggerti.
Lasciami assaggiare, annusare, toccare, un attimo,
quello che gelosamente mi nascondi,
proteggi, come un padre che si tiene alle spalle il figlio,
come recinto di questo cuore.
Cadi, malinconia che mi tiene vivo.
Alzati, vento del mio destino.
Desidero te o quel che nascondi?
Non riesco a scindervi, tormenti miei,
preparatemi alla Vita,
illudetemi con i doni più belli,
e che torni , sempre,
la voglia d'avervi con me.