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La panchina sverniciata con vista sul lungomare è sempre stato il luogo più prezioso ed a costo zero che mai ricordasse di aver vissuto,
si, perchè quella panchina era sempre stata un riferimento quasi mistico, il posto in cui sedendosi, tutto il mondo si zittiva misteriosamente
e restava soltanto il rumore del mare.
Può un luogo così bello diventare spettatore di un tempo senza senso che scivola via?
La risposta è purtroppo, inevitabilmente si, può diventarlo, perchè un giorno, un di quei " tutti i giorni " , Fabio era intento ad osservare il mare,
il solito sguardo perso nel vuoto, quel momento che necessita dello spazzar via tutti i pensieri e che calamita le energie necessarie a sciogliere ogni forma di stress, ormai per lui un vero e proprio rituale, un appuntamento con se stesso, e trovare quei minuti per se stessi non è mai una missione semplice, ci si rende conto che il nostro tempo, è così poco quando è inteso veramente solo per noi, ricavare quella nicchia temporale rubando alle nostre responsabilità, ai nostri impegni, al nostro senso del dovere, è difficile ma profondamente appagante.
Così Fabio si è imposto di conservare la proprietà di quel momento da condividere solo con se stesso, e funziona! Tutte le volte si alza appagato, in pace con se stesso, fino ad un pomeriggio d'Ottobre, il culo ben piantato sulla sua panchina, ad interrogare il suo mare in silenzio " lei è strano! Lo sà ? ",
Trasale dal suo stato ipnotico e si volta alla sua destra, " Dice a me? ",
" Si, mi scusi, sono seduta qui da dieci minuti e non ho potuto far altro che osservarla incuriosita, mi sono chiesta a cosa starà mai pensando in modo così profondo da tagliare tutto il resto del mondo fuori? "
La guarda, avrà la sua età, al confine dei cinquanta, magra, infestata da una foresta di riccioli neri, gli occhi raccontano la sua età, non il resto del suo corpo, sono occhi un po tristi, potrebbe definirli stanchi e malinconici, e per un attimo pensa ( chissà come sono quando gode..) , scuote la testa e scaccia quel pensiero strano, se ne vergogna e le risponde impacciato, come se lei avesse potuto ascoltare quel pensiero,
" Non lo so a cosa penso, semplicemente questo è il mio posto sicuro. "
" Affascinante... così sicuro che qualcuno potrebbe rubarle il portafogli senza che lei se ne renda conto! " e si lascia andare ad una risata vera, necessaria, quasi terapeutica.
" Piacere...Sara! " e stende la mano verso di lui, " Fabio.... piacere mio. "
" Le scoccia se resto qui a godermi un po il suo posto sicuro? "
" Stiamo ballando ormai, ed allora balliamo! " ( ma che cavolo di frase è? ) , la guarda e nota i tratti del suo viso che si rilassano mentre torna a guardare verso il Mare, il sole sta scendendo sul pelo dell'acqua, è un tramonto che qualcuno definirebbe romantico.
Sara probabilmente lavora non molto lontano da li, perché il giorno seguente si accomoda dinuovo accanto a lui, gli sorride senza dire nulla,
poi infila la mano in una busta di plastica, tira fuori un panino e lo spezza a metà, " prendilo! ", Fabio la guarda ed accetta il dono, " Grazie, avevo un po fame, ma se mangio questo senza poter bere diventerà l'ultima cosa che mi vedrai fare nella tua vita! "
" Perché mai ? "
" Se mangio qualcosa senza poter bere rischio di morire soffocato...."
" Certo che sei strano! E scoppia in una risata amichevole, una di quelle che diventa confidenziale, che accorcia la distanza e mette a proprio agio, " Si brava, brava....bullizzami! " La risata si ingrossa per entrambi e solo il mare si accorge che non hanno smesso per un solo istante di guardarsi negli occhi.
Fabio è sposato, ha due ragazze ormai grandicelle, anche Sara è sposata, ha due figli anche lei, ma un maschio ed una femmina, più piccoli,
il giorno del loro incontro era un Lunedì, hanno trascorso tutta la settimana condividendo quell'ora, sempre stessa, fino a Venerdì pomeriggio, Sara si alza, "Grazie della compagnia Fabio, non so se potrò esserci nel fine settimana, non aspettiamoci ok ? "
Fabio la guarda, definirebbe Sara una bella donna, ma questo se si fosse solo limitato a guardarla, ma Sara non è semplicemente una bella donna, è una donna profondamente interessante, e nelle loro chiacchierate leggere, in quelle poche ore condivise fino a Venerdì, sente che le mancherà, " Alla peggio ci ritroviamo Lunedì giusto? "
" Bhè, se non accade qualche disastro, credo porprio di si! " Poi si alza, lo guarda e lo bacia sulla guancia, buon fine settimana Fabio.
Fabio si volta mentre si allontana, e si scopre a guardarle il culo, sorride e pensa... ( Appost! )
Sabato pomeriggio, non è facile nel fine settimana ritagliarsi il suo spazio temporale preferito, a volte riesce, altre è semplicemnete riempito dai sui doveri famigliari, ma a questo Sabato teneva particolarmente, così con una scusa esce per delle commissioni e si ritrova seduto sulla sua panchina, ma la sensazione è diversa, evidentemente manca qualcosa, evidentemente manca Sara, gli fa quasi paura ammetterlo, guarda spesso alla sua destra come quando guardi il cellulare in attesa di un messaggio che ti aspetti ma non sai quando arriverà, ma Sara non arriva,
che poi, del resto, aveva chiaramente detto che vedersi sarebbe stato difficile, ma questa non è una sensazione razionale, sa perfettamente che non verrà ma inevitabilmente l'aspetta, ( Quanto sei fesso! ) pensa con un retrogusto amaro, attende che il Sole si tuffi e poi ritorna verso casa.
Domenica mattina lo dedica al suo giardino, Fabio non possiede il pollice verde, ma una grande passione per le imprese difficili, ed arrivare al frutto da un semplice seme, cos'è, se non una missione difficile? Così si prende cura delle sue piante e di ciò che ha seminato, così la mattina scivola via velocemente fino all'ora di pranzo, si spalma sul divano per guardare un po di tv, e si meraviglia nel pensare ( sarà vuota la mia panchina ora? )
Sabato per Sara è il giorno designato alla cura della casa, quando non deve lavorare prova a renderla un posto vivibile al netto di tutti i suoi impegni, e sinceramente vi riesce, è sempre protesa verso le necessità della sua famiglia, e mentre stende la sua biancheria nel pomeriggio, guarda il Sole che scende lento oltre il muro di cinta di casa sua, ( Fabio è alla panchina ) , non è un semplice pensiero, ne ha l'assoluta certezza, si rattrista, si sente quasi in colpa per non essere li, ma non vuole sentirsi così, scaccia quel pensiero e torna da suo marito.
Domenica mattina Sara si sveglia tardi, fortunatamente dormono tutti e questo rende le cose più facili, si infila sotto la doccia e si gode l'acqua sul corpo, si rilassa e lui compare, Fabio lo definirebbe un uomo interessante, non è l'uomo per cui faresti follie a prima vista, ma durante quella settimana, senza mai entrare nel vivo delle loro vite, si sono pian piano fidati uno dell'altra, ma la cosa veramente strana è che molte delle cose non se le sono veramente dette, non con le parole, si sono raccontati uno all'altra attraverso i loro gesti, gli sguardi, i silenzi, le parole hanno semplicemente aiutato questa strana alchimia, ( perchè penso a lui? ) e se lo chiede mentre una mano le scivola tra le gambe, lascia che si comporti come l'acqua calda sta facendo in quel momento, le dita trovano il suo calore e sente che ha bisogno di lasciarsi andare,
e in un miscuglio di sorpresa e imbarazzo.... viene.