Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
Gli spiriti esistono?
Sento delle presenze intorno a me.
Le persone a cui teniamo rimangono con noi dopo la morte?
Mi è capitato di sentire di essere guidat* da qualcosa o qualcuno e di aver agito spint* da una forza al di fuori di me.
Forse ti sarà capitato di porti queste domande e di soffermarti talvolta su tali pensieri. Non sono qui a scrivere per darti risposte certe, motivazioni, spingerti a credere in qualcosa o fare delle considerazioni. Non sono un’esperta, non sento di appartenere ad alcuna religione.
Voglio solo raccontarti la mia storia e quello in cui credo
magari per farti sentire meno sol*
magari per aiutarti a provare a dare un significato a quel che stai vivendo o che pensi di star avvertendo
magari semplicemente per intrattenerti con una “avvincente” lettura.
Mi chiamo Noemi, sono pugliese e sono nata nel 1996 in una famiglia fortemente cristiano cattolica e fortemente legata alle tradizioni. La famiglia, tra “fuitine”, matrimoni anticipati, crescite precoci e figli avuti fin dall’età di 16 anni, mi ha fatto dono della meravigliosa possibilità di poter crescere con ben sei nonni: due nonni paterni, due nonni materni e due bisnonni materni.
Legatissima ad ognuno di loro, trascorrevo tanto tempo in loro compagnia essendovi affidata dai miei genitori impegnati nel loro lavoro o questioni quotidiane. Adoravo questi momenti.
Non mi soffermerò però a parlare dei nonni essendo loro ancora con me. Nei loro confronti l’unico rimpianto è essergli lontana per questioni lavorative, ma ogni volta non c’è cosa che mi riempie più il cuore di gioia che tornare a casa per poterli riabbracciare e poter trascorrere con loro ancora del tempo.
Vi racconterò invece dei miei bisnonni, per me grandissimi e meravigliosi nonni a tutti gli effetti. Nonno Giuseppe, ma da tutti chiamato “Pippo”, era un uomo molto intelligente e brillante. Ricordo la sua schiettezza, il suo dire le cose senza alcun pelo sulla lingua. Ricordo gli esercizi di matematica fatti insieme (era bravissimo in questa materia), gli scherzi alla nonna, i rimproveri, le storie che raccontava, il cantare insieme sulle note di canzoni da lui amate seduti sul divano avvolti da quella copertina rossa e verde fatta a maglia dalla nonna. Ricordo i momenti passati insieme a “schiacciare” le fave o pulire i fagiolini sotto stretto e incessante controllo della nonna da lui soprannominata “Generale”. Ricordo la nostra comune noia nel dover accontentare la nonna nel partecipare al rosario pomeridiano alla Madonna da lei indetto e gestito. Ricordo ancora anche il solo semplice guardare i cartoni animati insieme e il suo lamentarsi per le telenovelas sempre attive sui loro schermi.
Nonna Stella, molto simpatica e provocatoria nei confronti del nonno. Ricordo la sua temerarietà nel provare ad insegnarmi a fare l’uncinetto. Ricordo la sua pastina alla ricotta, così salata ma così buona. Ricordo le storie che raccontava e tutti i pettegolezzi su cui mi teneva aggiornata.
Avevo 12 anni quando, proprio durante un compito in classe di matematica, mia madre venne a prendermi da scuola e mi annunciò che il nonno era volato via, così, improvvisamente, nel sonno, per una embolia fulminante. Non so perché ma io le sorrisi. Dentro di me però sopravvenne il buio.
Quella notte lo sognai, era vestito come Jim Carrey in “The Mask”, con quel vestitino bianco e verde e ballava accompagnato da maracas. Mi disse che voleva salutarmi e che sarebbe rimasto sempre con me. Era felice.
Mi chiusi in me stessa e il nonno divenne il mio unico confidente. Gli parlavo scrivendo un diario, lo invitavo alle feste che mi riguardavano (compleanni, comunione, ecc.), cercavo di tenerlo aggiornato su tutto ciò che mi accadeva. Lo interpellavo e gli parlavo sempre nei momenti di sconforto. Lo sentivo vicino, sentivo la sua presenza, a volte quasi percepivo il suo profumo.
Una notte svegliatami da un incubo in preda al panico, rimasi bloccata e senza fiato nel vedere sul letto accanto al mio, in quel momento vuoto, delle orme. Era come se qualcuno di invisibile si fosse seduto sprofondando delicatamente nel materasso e con le mani appena poggiate come per mantenere l’equilibrio.
Rimaneva lì. A nulla è servito il mio piangere, il mio strizzarmi gli occhi. Ero bloccata, avevo paura.
Ne parlai con mio zio al tempo sacerdote missionario che mi tranquillizzò dicendomi che probabilmente poteva trattarsi anche del nonno o di qualcuno che in quel momento stava vegliando su di me.
Dimenticai quell’episodio.
Continuai a godermi tutti gli altri nonni, soprattutto nonna Stella che però purtroppo iniziò pian piano ad ammalarsi. La demenza prese il sopravvento ed inghiottì il suo cuore, la sua anima e la sua mente. Povera nonna mia, quale tormento viveva. Vedeva cose strane intorno a sé: bambini, gatti che parlavano o si nascondevano, si sentiva minacciata da presenze malvage. Piangeva se qualcuno accendeva la tv, portandola a nascondersi da quelle creature che attraverso la televisione cercavano di demonizzarla.
Conseguito il diploma superiore andai via di casa per studiare e lavorare. Vedevo i nonni solo durante le vacanze al mio ritorno in Puglia.
Pian piano per nonna Stella la malattia avanzava, fagocitandola così tanto da allettarla. Rimaneva viva, in agonia, bloccata in un letto, soffrendo per quasi due anni.
Andai a trovarla nel maggio 2021. Sentivo di doverlo fare senza un apparente motivo. Quando entrai nella sua camera la vidi lì, esanime, con la bocca spalancata, gli occhi stretti come se stessero sopportando da soli la grande sofferenza che viveva ormai da mesi. Ma la percezione che ebbi in quel momento fu di paura. Conoscevo mia nonna. Aveva paura. Così il primo, il secondo, il terzo giorno.
Decisi di andare in cimitero a trovare il nonno Pippo seppur non parlassi più con lui ormai da anni. Seduta di fronte alla sua “casa” gli raccontai di tutta la mia vita e le novità vissute fin ad allora. Gli raccontai della nonna e gli chiesi di aiutarla. Ero sicura che la nonna stesse resistendo con tutte le sue forze a volar via, sicuramente per paura. Aveva bisogno del nonno, aveva bisogno di sentirsi tranquilla, di trovare la pace e sentirsi serena nell’affrontare questo passaggio.
Quella sera, poco dopo le 23, la nonna si ricongiunse finalmente al nonno.
Il dolore per me è stato immenso, ma ero felice che finalmente si fosse liberata di tanto dolore.
Questo evento mi ha fatto nuovamente ricredere sul fatto che il nonno e la nonna sarebbero rimasti sempre al mio fianco, ascoltandomi, guidandomi, vegliando su di me.
Ci sono quando ne sento il bisogno. Sono vicini. Sono presenti.
In alcuni momenti sento delle presenze, sento di dover fare un qualcosa, di dover agire in un determinato modo, di dover assecondare delle indicazioni nella mia testa sul fare o non fare qualcosa. Sto imparando pian piano ad ascoltare e seguire queste sensazioni e a lasciarmi trasportare. Anche quando qualcosa va male sento una forza intorno a me che cerca di rincuorarmi e di tranquillizzarmi dicendomi “doveva andare così…succede tutto per una ragione”. Ed è così!
Penserete io stia parlando di tutto e di niente, per questo vi racconterò un episodio tra i più recenti e forse tra i più significativi.
A gennaio 2024 decido di lasciare il lavoro approfittando dello smart working del mio compagno per poter coronare il nostro sogno di tornare a vivere in Toscana e per poter poi qui cercare un lavoro più affine ai miei studi. Una settimana dopo la consegna delle mie dimissioni al mio compagno viene improvvisamente interrotto lo smart working e viene trasferito a lavorare in sede nella città X (assolutamente non in Toscana). A parte l’iniziale sconforto del quale non sto neanche a parlarvi, trovare casa in questa città è stato un incubo: tra contratti solo per studenti, classifiche in base al reddito o alla provenienza, referenti, no referenti, animali, non animali, buchi di cu*o spacciati per bilocali. Insomma un disastro. Ormai sconfortata decido di recarmi in città X per tappezzare le agenzie immobiliari con le mie richieste. Completo buco nell’acqua, nessuna risposta positiva. È ormai quasi sera e decido di andare via, se non che a un certo punto sento dentro di me la sensazione di dover andare in una determinata direzione (in una zona periferica, percorrendo una strada che non portava minimamente in stazione dove dovevo dirigermi). Ricordo che provavo dentro di me sentimenti contrastanti: la logica mi spingeva a tornare indietro e avviarmi in stazione, soprattutto perché in quella zona “google maps” non segnava alcuna agenzia o altro. Ma qualcosa dentro rispondeva spronandomi ad andare avanti. Dopo aver camminato invano per circa un km decido di mandare a cagare la voce nella testa credendo di star perdendo soltanto del tempo e dunque ritornare indietro. Mi volto e mi ritrovo dinnanzi ad uno studio del tutto anonimo, che non avevo notato prima, ma che espone annunci di case in affitto. Senza dilungarmi troppo in inutili dettagli: entro, l’agente mi mostra una casa, il giorno dopo conosco il proprietario molto gentile ed alla mano e la casa è nostra. Stiamo costruendo qui una bella vita ed ho trovato un bel lavoro.
In quel momento sentivo di avere accanto la nonna. Era con me. Mi aveva aiutata.
Anche il mio compagno ormai crede nella forza dei miei nonni, soprattutto della Stella che anche lui ha conosciuto e a cui è affezionato.
Ce ne sarebbero di altre storie da raccontare ma magari più in là.
Credo fortemente che le persone a noi care e con le quali in vita abbiamo creato un rapporto speciale rimangono con noi per sempre. Sta a noi essere forti, non farsi spaventare, lasciarsi guidare e saper interpretare quello che cercano di dirci.
Spesso le cose che mi accadono sono frustranti, negative, mi creano sconforto. Niente è semplice e dovuto. Le cose devo costruirmele e sudarmele ma mi piace trovare sempre conforto e forza in loro.
Non ne abbiate paura.