Piccola raccolta

scritto da Lorenzo Paviera
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Autore del testo Lorenzo Paviera

Testo: Piccola raccolta
di Lorenzo Paviera

Preghiera alla Luna

Nel fondo della notte, alla ricerca
del tuo smarrito volto, per le strade
della città dormiente t’ho cercata,
onnipresente Luna. Hai illuminato
la mia venuta al mondo nel silenzio,
nelle felici grida di mia madre.
L’hai stretta per la mano saldamente
illuminando il cielo e la sua mente.

Parlami. Parla e non tacere mentre
guardi te stessa e trucchi il tuo bel volto.
Ogni cratere canta il tuo dolore.
Guardami allora e canta pure il mio:
qui tutto tace nel fiume dei volti
che esaltano il frastuono e il morto ascolto.
Ascoltami dall’alba al mio tramonto
della fiamma che m’accende il respiro,
ogni pensiero. T’aspetto al principio
del volto antico, il tuo materno sguardo.
***

All’ombra del Salice

All’ombra del salice
il profumo mi tenta:
sarà forse l’odore
del più comune fiore?
Sarà forse l’umido
tronco che mi scivola?

È la silente donna
che attraversa,nel buio,
i nostri sporchi fianchi
e ci rivela il sonno. Ed ecco il cuore
dormir fra le sue braccia, il suo calore.

***

Senza titolo

Mi rifugio nell’ombra. Accanto al bosco
nessun pensiero canta. È tutto spento
in questa selva spoglia. Forse il vento
vive ancora sereno della luce.
Canta felice il vuoto di quei nidi
abbandonati sopra la mia testa.
Feroce passa il tempo alle mie spalle,
nemmeno il lieve suono, per la valle,
osa sfiorarmi.

***

Ti cercheró

Ti cercheró silente fra i ricordi
della memoria antica. Il tuo bel volto
pare il sussurro dolce delle foglie
mosse dal vento.
Così il cuore sento
sussultare al tuo sguardo che discende,
fra questi spogli rami, sul mio volto.

S’allontana la voce, e sale e sale
ancora il tuo riflesso.
E fra le mani
mi scivola per sempre l’occasione
di sfiorare la pelle, il tuo profumo.

***

Te ne prego

Non togliermi il mantello
di questa dolce vita.
Voglio amare
per un misero istante, questa luce
che infrange le finestre impolverate
della lontana stanza.
Sopravvivo
alla fessa paura di bruciare
fra le mani roventi del bel sole,
d’ogni possente raggio.
Essa ci vuole
incatenati al passo, al suo respiro
fermo e tetro si ghiaccia il mio sospiro:
il panico festeggia.
Te ne prego,
padre del santo cielo:
non togliermi la fiamma dei miei sogni,
non togliermi il mantello
della vivace vita.

***

Dov’è caduto il volto della luna?
Il sole è morto invano. Ma la piazza
splende ancora al fragore de’ tuoi passi.
Ed eccoti passarmi
svelta svelta
accanto al fianco mio.
Qui s’addormenta
per sempre il tuo bel suono, la mia luce.

Lorenzo Paviera
Piccola raccolta testo di Lorenzo Paviera
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