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Col Vento ostile
che mi sferza
e taglia il viso
lame di pioggia
sulla pelle mia riarsa
sfido caparbia
la radura della Vita.
A nubi nere
come fango fra le dita
urlo Silenzi
tra grovigli di parole
lontano macini
gramigna con tempesta
esploda in cenere.
Avanzo intrepida
sfidando vette e coste
e volo alta
non abbasso mai la testa
aspre ghermiscono
mie unghie acuminate
taglienti lame
per chi ruba, finge e mente.
Ho scritto molto,
fatto cose e visto gente
raccolto Oceani di pianto
in una goccia
ho stretto braccia
perseguito Anima e Cuore
tra le burrasche
ombre dei sensi della Vita.
Ho vinto notti
scudo in alto e schiena dritta
lavato il sangue
di ferite inferte al Cuore
per farmi gemma
in tenui tinte d’Alba rosa
sbocciare languida e felice
in braccio al Sole.
Or sto qui fiera
nel mio angolo di Mondo
e presto il braccio
a sottil velo di Follia
lecco ferite, asciugo lacrime
e resisto
oscillo al Vento
e giammai docile mi spezzo
imperturbabile
agli sbalzi della Vita...
E non mi spengo.