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Non so come sia stato possibile - dice Lucia al fidanzato.
Che cosa? - le risponde.
Che sia rimasta incollata allo schermo per due ore ininterrotte.
Ma non dovevi vedere Eleonora?
Sì, ero in comunicazione con lei e abbiamo cominciato a parlarci attraverso messaggi brevi. Uno dietro l’altro e, alla fine, era inutile vedersi di persona. Ci stavamo già dicendo tutto.
Ed è vero?
Cosa?
Vi stavate già dicendo tutto?
Non lo so. Mi mancava vederla in faccia e capire l’espressione del suo viso, come inarca le sopracciglia quando in disappunto o come muove gli angoli delle labbra a manifestare consenso, il timbro della voce e la velocità con la quale proferisce parola. Però…
Però?
Però poi, certo, manca sempre il tempo.
Ma cosa vi siete dette?
Eleonora ha commentato il profilo Instagram di una sua amica.
E poi?
E poi mi ha raccontato cosa le aveva scritto un contatto su Messanger ed era stupita di quante persone, sconosciute, le scrivessero e volessero comunicare con lei.
Sì, ma cosa vi dovevate raccontare? Per quale motivo avevate programmato di vedervi?
Ma, questo.
Ma tu le hai parlato di te, di quel che stai facendo in questo caldo agostano?
No.
E lei, a parte commentare i profili social di altri e suoi, ti ha detto come sta, cosa prova, se andrà in vacanza o già ci è stata ad esempio.
Aspetta, non lo so, cioè credo di no.
Pietro la indaga con sguardo perplesso.
Lucia si sente cretina e incapace di opporsi all’inarrestabile flusso d’informazioni non richieste. Si interroga se qualche anno addietro avrebbe compiuto le stesse azioni e preso le stesse iniziative, se sarebbe rimasta così statica o si sarebbe persa in innumerevoli interazioni sociali fisiche, fatte di corpi che si incontrano, toccano ed interagiscono.
Pietro le ha inserito limiti temporali all’utilizzo di tutte le piattaforme social, evitando che con insensati scroll possa consumare la sua esistenza.
Pensi che sia fuori controllo?
Penso che è un attimo e siamo tutti invischiati in una iperconnessione non richiesta. Che il nostro spirito critico ci sta abbandonando, che procediamo solo per sintesi e assenza di fatica.
Ma…
Non siamo capaci di prestare attenzione ad uno stesso argomento per più di otto secondi.
Ma io…
E viene bollato come ideologico e limitante, come un’imposizione qualsiasi monito all’utilizzo del senso critico, ogni indicazione che ci costringe a modificarci e spostarci dalla soglia dell’istinto e della primordialità. E comunque hai dei doveri nei miei confronti. Non me ne frega niente se giri come un topolino alla ricerca di premi, del corpo che sprigiona dopamina, della ricerca di consenso.
Cioè.
Cioè stai con me e quando sei con me ci siamo io e te, in carne ed ossa, con un pensiero da esprimere e un corpo da intercettare. Dei like non me n’è mai fregato nulla.
Non avrei mai pensato di ridurmi così, Pietro. Forse dovrei eliminare ogni profilo social ed utilizzare il telefono per chiamare e rispondere alle telefonate e stop.
Cominciamo con il controllarci un po’ di più, con il tornare a privilegiare le interazioni fisiche.
Io ti amo.
Anche io, i like you.
Il solo Like che dovrebbe restarmi in testa.