Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
Anni dopo la morte di mia madre mi fu consegnato il libretto rosso nel quale scriveva i suoi pensieri. Il giorno che si tolse la vita lasciò il suo mondo attonito. Era felice, aveva tutto. Io avevo solo 4 anni.
Quel giorno scrisse: “Cosa definisce il nostro esistere in questo mondo? Questa mattina come ogni sabato mi sono svegliata spontaneamente. Ho guardato nel buio la sagoma dell’uomo che chiamo mio marito. Ho appoggiato la pianta dei miei piedi sulle pantofole e impresso il mio peso sul pavimento. Quando il mio corpo ha acquisito la temperatura dell’aria ho varcato la soglia della camera da letto e provato a udire il pianto di mia figlia nella stanza accanto. Sono uscita, l’aria spigolosa. Nel suo dormiveglia il mondo non ricorda ancora di essere corrotto. Nello spazio drogato fra la veglia e il sogno trova ancora pace e possibilità di un futuro migliore. Per questo, io amo il momento che precede il sorgere del sole”.
In quest’ultima pagina è come se avesse trovato risposte alle sue domande. Quest’ultima pagina tolse il sonno e la gioventù a mio padre, ne deteriorò lo spirito e piegò la forza d’animo. Rimasi vicino al suo letto per sei giorni mentre entrava e usciva da uno stato di semi-coscienza: speravo, illudendomi, che tornasse indietro. Ma lui non voleva essere lì con me, con la donna stabile, ormai adulta, nel pieno della sua espressione a cui aveva dedicato la sua vita. Voleva tornare da lei.
Nella pagina accanto sul lato sinistro la metà di un’ellisse impressa sulla carta da un liquido bruno. Filamenti irregolari generavano da essa disegnati a penna, prima più spessi e via via più sottili. Linee senza una schema preciso eppure nette e apparentemente studiate con cura. Nello spazio vuoto rimasto aveva scritto un pensiero:
“I dettagli ci determinano oltre le apparenze. I dettagli puliscono la costruzione di noi. I dettagli ci fanno incontrare anziché dividerci. I dettagli sono la lingua universale della nostra coscienza collettiva. Io esisto in voi, in un flusso continuo che lega le coscienze. Accogliete i dettagli perché si paleseranno all’improvviso. La vita materiale ha valore passeggero, dissanguate il vostro spirito, impregnate la terra che avete il privilegio di toccare, vedete il dono più grande”.
Cosa volevi dirci mamma? Mi invase la stessa frustrazione che aveva stretto in catene mio padre. Presi la tazza di caffè e bevvi un sorso. Andai alla finestra per scorgere sole ombre e l’imbrunire inoltrato. Quali dettagli avrei dovuto vedere?
Tornai alla scrivania, appoggiai la tazza. Fu un istante. La luce alle mie spalle proiettò l’ombra della mia testa e dei miei capelli su di essa: la metà di un’ellisse, filamenti irregolari che generavano da essa prima più spessi e via via più sottili.
Quell'immagine mi avvicinò per la prima volta a te e diede senso alla mia vita.
"Ciao mamma"