Contenuti per adulti
		  	Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli. 
		  	Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
		  
Quest’anno, in primavera, in questo piccolo borgo di campagna, i fossati erano punteggiati del giallo dei giaggioli acquatici. Mi sembrava fossero più numerosi del solito, o forse era la prima volta che mi soffermavo a guardarli. C’è differenza tra il vedere del giallo scorrerti nelle pupille mentre cammini e contemplarlo, quel giallo, mentre si fa largo tra il verde lussureggiante delle rive dei fossi, intrecciandosi focoso con alcuni fili taglienti di canestrello. I giaggioli selvatici o Iris palustri sono una specie vigorosa e preziosa. Sono capaci di depurare l’acqua assorbendo i metalli pesanti e vederne così tanti mi ha rallegrato. In un mondo in cui tutto sembra essere inutile, un piccolo fiore fa la sua parte. Depura il luogo in cui mette radici.
L’iris prende il nome dalla dea Iride, considerata la messaggera tra gli dei e gli uomini. Me la immagino mentre postava l’arcobaleno nel cielo e scendeva veloce a colpi d’ala. Nella nostra tradizione popolare vedere un arcobaleno dona sempre stupore e felicità. Ci piacciono i colori e la sua forma di ponte ci racconta storie d’alleanza e di pace.
Per un contadino poi l’arcobaleno, dopo la burrasca, è un segno lieto e lo guardiamo sperando che la tempesta non torni a romperci le uova nel paniere. Lavorare in balia degli eventi atmosferici non è piacevole, ma questo si sa.
Ci sono poi quelli che l’arcobaleno lo amano davvero. Ci sognano su, ci scrivono versi, amoreggiano con i 7 colori e creano capolavori che parlano d’amore tra cielo e terra, tra anime lontane, tra estremi opposti. Si racconta che qualcuno lo usi come altalena e sogni di dondolare appeso tra cristalli di luce scomposti. E in quel breve istante profumato di cielo, tocchi con un piccolo dito un impercettibile balenante flash di felicità.
Ma ci sono anche anime che portano dentro quell'arcobaleno, indossandolo come un manto.
Anime piumate d’arcobaleno…
M’appartengono le anime piumate d’arcobaleno
rivestite di un pudore anonimo.
M’appartengono gli spiriti celati in armature
bordati da cromatica ruggine incrostata,
ma così puri.
Li scelgo,
e m’inoltro in pupille di vitalità dilatate
capaci di contenere le maree
capaci di scavare trincee.
Talvolta, come cecchini addestrati,
colpiscono diritto
al petto, alla tempia, allo stomaco
ed è tutto un turbinio, dopo.
D’emozioni variopinte, sparate da un arco,
dardi curvi che s’incuneano nel di dentro,
fondando colonie virali nel tuo centro.
E non sai più, se sei solo tu o se rappresenti
una moltitudine multicolore che s’esprime isolata
ma raggiunge la cima, come fosse in cordata.