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Non ero pazza mentre scivolavo: fuori
da un mondo che avevo creduto il mio. Fu il fiume
a chiamarmi, fantasma mormorante.
La stessa mia natura, lo stesso destino: scorrere
e quasi non essere. Tutto rapito
nella trasparenza danzava, si faceva
immagine: le molli erbe, i sassi levigati...
Sottratto al peso della vita! Accanto al suo fiato
stesa sulla sponda tra mille fiori bianchi e timidi -
a lungo sognai l'essenza dell'acqua. Cantava
con me, perduta già la mente in questo letto:
il corpo freddo e impalpabile sotto le vesti fluiva...
Mi lasciai andare, le labbra liete socchiusi,
gli occhi, presto sommersi dalla luce;
gli alberi intorno vollero afferrarmi. Invano.
Il respiro volò via come una rondine...
Non ero pazza e ora sono qui sul fondo pietroso,
sola, ormai uno stelo verde. M'accarezza il tempo.
Qui senza l'amore, senza nel cuore alcuna
parola che sia umana, e osservo il cielo.