Sopra l'ultima stagione

Senza scuotermi dai limiti

attraverso i confini delle carni 

senza spostare la cesura 

tra l’anima e rimorsi vari

senza attraversare l'abisso

di un’ambizione o una follia

senza passare il valico 

fra pensare e agire

senza bucare la barricata

il sole non si vede

ma si sentono le grida

da una parte e dall’altra

del muro che si inerpica sul cielo

senza avanzare a fatica

sui tralci di idoli di frontiera

o sulle rosee bouganville

che infestano le intersezioni

senza filtrare attraverso i pori

sulla pelle del Dio

e nel crepaccio della coscienza

Senza colonizzare le morali

di simboli inquieti o desueti

e senza marciare nell’ombra

dei primissimi ricordi

o delle ultimissime emozioni

senza evadere la continenza

di esistenze innocue

e rassicuranti abitudini

senza immergere la testa

nel lapideo sforzo della creazione

senza aggredire i vincoli

e le pastoie della storia

e senza sprofondare nei flussi

di ricordi e sovversioni

il mio torrente sposta le pietre

nel letto come asfodeli

si piegano vecchi amori

appena prima che il veliero si inabissi

e lo scafo nero si sfondi

sul granito del fondo

Bagniamo i piedi nel gelido nero

muoviamo i polpacci avvinti nei loti

che schiudono e serrano come fauci

attorno alla talassofobia

poi quando inverno viene

il torrente si fa più lento

e nei flutti si scioglie la neve

l’argine alza biancastre barriere

di lunaria e mughetti

nel cuore irsuto dell’ultima stagione

la corrente irritabile sfiora le pietre

quando il ghiaccio attutisce gli urti

ogni porta si chiude

al confine si spianano i fucili

la barricata si alza altissima

perchè le ombre e la luce si dissipino

i vincoli si stringono attorno ai polsi

l’abisso si chiude su ogni percezione

ogni limite svetta altissimo

mai valicati o infranti si involano

e scuciono la coltre pesante di ghiaccio

sul torrente

per una nuova vita.