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Scorre il tempo, invisibile tessitore,
filo d'argento tra l'alba e il tramonto.
Un battito d’ali, un fiore che muore,
e già il giorno cede all’eterno confronto.
Non lo afferri, né lo trattieni,
è sabbia che scivola, vento che canta.
Lo chiami per nome, ma invano lo meni,
già è passato, e la memoria lo vanta.
Guarda il sole, sovrano di fuoco,
giocare all’orizzonte, poi sparire pian piano.
Quante albe sfuggite, quante stelle di poco
han brillato e poi spento il loro arcano.
Oh, tempo! Maestro d’ombre e di luce,
tu che scolpisci il volto e l’anima mia.
Ogni tuo istante è un dono che induce
alla resa, all’amore, alla malinconia.
Ma, fragile umano, non temere il tuo corso:
è la tua danza, un eterno ritorno.
Se il tempo è fugace, fai eterno il tuo morso
sul frutto che cresce e germoglia ogni giorno.
E così, nell’attimo breve che resta,
trova la gioia nel battito presente.
Perché il tempo non aspetta nessuna festa,
ma rende sacro ogni istante imminente.