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Rannicchiata
in un silenzio lunare
solo lo stornire di uccelli lontani
ricorda al mondo di esistere
Cespugli di ginepro
pungono la pelle esposta
con foglie che ricordano spilli
aculei appuntiti e taglienti
Lo sguardo si appoggia sulle linee dei monti
sui disegni di dune morbide e setose
ove si stendono immensi
prati di verdi boschi
Oltre spicca il buio delle ombre
le nuvole dipingono il paesaggio
distese di blu si alternano al giallo
di luce riflessa sui monti brulli
In lontananza si intravede una nube scura
colma di rabbia e dissapori
un male profondo costretto dentro
non può urlare, confidarsi, nè piangere
Mostra il suo dolore in quei colori informi
il sudore si rapprende e congela le ossa
il vento è diventato così freddo
La schiena stravolta dall'improvviso gelo
L’immensità
è troppo grande
per un unico essere umano
mi alzo
e inizio la discesa a valle
