L'ignoranza del male

Se potessi scrivere all’innocenza, le chiederei perché non ha voce. Perché assiste a tutto senza fiatare e attende che venga comprovata. Se solo avesse voce, il male dovrebbe vivere con i tappi nelle orecchie. Invece l’innocenza se ne sta lì, ad osservare seduta con le gambe accavallate. Aspetta di parlare con la voce degli altri. Lei tutto sa, ma nulla dice. La verità e la giustizia sono sue amiche. E’ attraverso di loro che l’innocenza si fa sentire. C’è forse una parola più pulita di “innocenza”? Significa letteralmente l’ignoranza del male, essere all’oscuro di un errore che invece viene appallottolato e gettato, come una palla di fango, su qualcosa di pulito. Il mondo non potrebbe esistere senza il giusto equilibrio fra bene e male, il problema è ciò che sta nel mezzo: menzogne, meschinità, opportunismo. Spesso il male viene travisato per il bene e viceversa. Sotto questo fuoco incrociato, si pagano conseguenze inimmaginabili. Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso giusto? E invece non c’è cosa più errata di questa. Lasciare le persone a sé stesse, soprattutto se sono innocenti, è vile senza mezzi termini. Le regole di questo stupido gioco fra bene e male sono completamente sbagliate. E’ come una grossa partita a scacchi, e l’innocenza è il pedone giusto per fare scacco matto. Nessuna battaglia è mai facile, soprattutto se poi si trasforma in guerra. Ma se solo l’innocenza si potesse vedere, o toccare, le cose sarebbero più semplici. Per fortuna però ci sono persone che riescono a sentirla anche se è muta. Opporsi al male degli altri è difficile, è crudo e a volte ti chiedi se ti trovi nella schiera giusta. Far valere la verità, far gridare la giustizia, sono azioni che non hanno peso se solo scritte. Ci vuole coraggio per andare fino in fondo ed essere la verità di qualcuno, a cui l’innocenza è stata imbavagliata.

Abbiate coraggio, sempre.