'O Tiatro'

scritto da Mary Read
Scritto 28 giorni fa • Pubblicato 27 giorni fa • Revisionato 4 giorni fa
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Autore del testo Mary Read
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Il disperato sforzo dell'uomo di dare significato alla vita è teatro. (E. De Filippo). Non scrivo mai di un mio amore così grande. A volte incontro qualcuno che mi porta indietro e tutto riaffiora.
- Nota dell'autore Mary Read

Testo: 'O Tiatro'
di Mary Read

Una riflessione, un ricordo.
A tutta illusione o immaginazione, per cambiare verso. 
Per cambiare capoverso. 

Un po'come a teatro che immedesimarsi con un testo, diventa gioco vitale, direi viscerale. Non sapete quanto.
Assorbita da un sottile invisibile meccano, reciti una parte, poi due, tre, a seguire nei tempi, mai uguale, ti sembri immortale. 
Una gara, una corsa ad ostacoli, stages e prove, provini, teatri, teatrini, per bambini e avanguardia sperimentale, devi fare anche la tua parte e far ridere, ridere con le lacrime agli occhi e lezione su lezione, Stanislavskij costa e i soldi mai visti, a parte, a rate, promessi. 
Poi il salto, dal portone principale, uno su mille ce la fa e invece uno sgambetto ben assestato, un difetto nell'ordito del fato.
E' passato il tempo, hai perso copioni, testi e un destino differente, anche amici spariti o forse non hai perso niente e guarda un po'! Sei di nuovo sul palco, le quinte, quelle vere, dietro, nascoste, segrete. Altre vite da vivere. Gli astanti applaudono, alcuni fischiano, si tira su e poi giù il sipario. A volte non c'è, solo una piazza antica e quattro gatti e la recita è finita. Ma tu stai bene. 
Resta quel desiderio di appartenenza o di lusinga o di compiacere che ti fa vedere gli occhi di chi aspetta di vedersi, di specchiarsi, un belvedere, spettatore mai muto, né inerte, perché ti comprime e ti solleva e tu con la tua personale messinscena, lo innamori.
A lui spetta poi il giudizio. 
Ti è piaciuto? 
 Una corda al collo in realtà falsa, neanche ingrassata, che alla lunga sembra imporre una recitazione continua e ti stringe, ti preme, tanti 'io' a cadere nell'oblio. 
C'è qualcosa di simile qui nella pubblicazione?
Allora sforni come un abile fornaio, un panfocaccia, una storiella ammazzata, una pizza, una vera pizza americana, una mattonata e lo vedi lo spettante spettatore, stordito, assopito, come un meccano collaudato, sarebbe pronto ad applaudire sempre...Ti è piaciuto? Devi svegliarlo, dargli un sacrosanto motivo per seguire la storia, la trama, gli atti e le scene, restare incollato, abbacinato e te lo porti con te.
La verità è nell'intensità di quelle mani che applaudono e se lo fanno a scena aperta, è un orgasmo assicurato.
Qui quelle mani non le senti, ti arrivano numeri di letti e di commenti, ti basta. In fondo, qui stai a giocare...Giocare è il 'to play' mi verrebbe da dire che è tutto un gioco, anche qui la recita continua, forse qualcosa di più, per alcuni, scrittori benedetti e se fossimo sinceri con noi stessi, invece giochiamo e la recita continua...continua...
Un monologo, in prima persona, come si deve, debitamente sottoscritto, come una pazza, la pazza di Chaillot di Giraudoux, vinsi con quel monologo e fu vano, ma a tutto, mi hanno detto, c'è un perché.
Mary Read

N.d.A. Non amate me, io racconto fole, follie, scenografie per generare racconti, vite e recito e le vivo scrivendo, le invento, mai uguali, tutte davvero irreali  per soffocare solo quel  tormento. 




'O Tiatro' testo di Mary Read
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