Lettera di un operaio metà-meccanico metà poeta

scritto da Francesco Giardina
Scritto Un mese fa • Pubblicato 30 giorni fa • Revisionato 30 giorni fa
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Autore del testo Francesco Giardina
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L' Italia è una repubblica infondata, soprattutto nel lavoro. Ps: il titolo originariamente era " Lettera di un operaio metà-meccanico e metà disoccupato" ma per questioni di spazio è diventato 'metapoesia'
- Nota dell'autore Francesco Giardina

Testo: Lettera di un operaio metà-meccanico metà poeta
di Francesco Giardina

Operaio bello e modello, quasi ideale, fatto per sfilare in corteo nel campo di concentramento delle proteste fuori moda, specializzato a manifestarsi, iscritto regolarmente al sinda-cauto di Confindustria. (Attualmente e contemporaneamente:  Lavoratore Cassa Integrato, Scioperante, Non Timbrante ma Lavorante, sempre Chino sul Fratturato). Sono come la versione demo dell' operaio comunista che non c’ è più; bisogna adeguarsi ai tempi e guardare avanti senza dignità, faccia né mantello, tra l’ incudine e il martello..  altro che tutto casa, piazza, falce e Berlinguer. L' operaio -oggi come ieri- opera, ma è  un' opera d' arte oramai abbandonata,  un chirurgo restaurato dalla meccanica, sprezzato dal buon mercato delle mani in borsa.
Predato da sapienti anestesisti, opera il suo stesso cadavere sedato. Opera pio e clemente, in Via d' Estinzione e da civico remoto. In camera di rianimazione non c' è più spazio né lavoro per la massa. Sono morti sia i pazienti che gli operai. 

Lettera di un operaio metà-meccanico metà poeta testo di Francesco Giardina
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