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Sine invidia
Vorrei essere invidioso. Provare della sana, malevola invidia nei confronti di chi ha tutto: soldi, vino e bordelli. Non ci riesco più, son lontani i tempi in cui mi sollazzavo nell'invidia, senza invidia la vita è più sciapa. Ad esempio, ieri ho visto una Cadillac, bella e antica, cogli interni in pelle bianca, ne ho apprezzato la visione ma nessuna invidia verso il proprietario.
L'altro giorno, una bella famigliola con carrozzine al seguito, giovani e belli, sorridenti e felici: nessuna invidia. Se non si prova nessuna invidia forse ci si sta disumanizzando. La mia amica Una mi scrive che riscontra (nella mia scrittura) un lato disumano e questo mi fa riflettere. Se non provo invidia neanche nei confronti di chi ha vinto due milioni di euro, allora penso di avere un problema.
Eppure, in alcuni riesco a vederla (l'invidia) nello sguardo, a sentirla nel tono della voce, è un'entità che non si può nascondere. Fredda e calda allo stesso tempo. Come è successo di essermi disumanizzato al punto da non provare neanche una punta di invidia? Boh! Forse perché godo nell'esser uno di quelli che non vogliono nulla, tranne la salute s'intende. Mi vedo a vivere in una caverna e fare i bisogni a terra, senza tecnologia, e andare a bere acqua di fiume, un fiume a cento metri dalla mia caverna.
Per vicino di caverna avere un guaritore, tipo sciamano, che quando sto male mi prepari un intruglio verde violaceo da bere veloce veloce per tornare forte e fiero con la mia barba lunga un metro e la clava per difendermi dalle bestie cattive. Forse sto esagerando, vedete in quali luoghi mentali mi ha portato la mancanza d'invidia? A rinnegare case, palazzi e città, e anche (perché no?) gli smartphones che hanno cambiato il mondo che sta cambiando ancora.