L'insopportabile peso dell'abbandono

scritto da Paki Selva
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Questo testo nasce dall’esplorazione dell’esperienza crudele e silenziosa dell’abbandono, quel dolore invisibile che non si annuncia con clamore, ma che grava come un peso insopportabile sull’anima.
- Nota dell'autore Paki Selva

Testo: L'insopportabile peso dell'abbandono
di Paki Selva

L'insopportabile peso dell'abbandono.

Non c’è eroe che ti salvi,

solo il filo sottile dell’abitudine,

quel bastardo silenzioso

che ti tiene a galla quando tutto

il resto ti abbandona davvero.

Non è una tragedia,

è solo quella maledetta, vecchia

solitudine che ti si infila dentro,

come un mal di testa, 

che non ti lascia mai.

L’abbandono non fa rumore,

è uno scherzo di cattivo gusto,

un pugno nello stomaco,

una sigaretta spenta sul cuore.

Ma la vita non ti chiede perdono,

non ti offre secondi tentativi,

eppure, cazzo, continui a camminare, 

anche se hai il cuore a pezzi

e la testa vuota.

Forse è meglio così:

non mi va di vivere in una farsa,

tra gente che finge e danza

su tacchi di bugie, mentre dentro

è tutto vuoto o spezzato,

una recita senza applausi,

senza pubblico.

Meglio il peso dell’abbandono

che l’agonia delle finzioni,

il silenzio vero di un cuore a brandelli

che il chiasso falso di quel teatro

immobile.

"E va bene così".

L'insopportabile peso dell'abbandono testo di Paki Selva
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