La luce di novembre

A novembre la luce è diversa. È come se sapesse che le giornate stanno accorciando, come se il Sole dovesse concentrare tutta la sua energia in quelle poche ore che ha per splendere. È una luce forte, solida, inflessibile, che si sposa con il vento freddo delle giornate autunnali. Dalla finestra vedo il fumo salire da un comignolo, sullo sfondo, immobili ci sono delle montagne blu, nude, in attesa della prima nevicata. Il cielo azzurro è terso, ormai privo delle nuvole grigie dei giorni passati. La luce invernale mi ha sempre messo serenità, rende lo scorrere del tempo lento, come se riuscisse a congelare gli istanti. Il tempo scorre placido, il mondo gira veloce e si sposta all’interno della nostra galassia sconfinata e io, in questo incessante cullare rimango ferma nella mia stanza, aspettando un coraggio che non arriva mai. Ultimamente immagino di vivere vite non mie, perdendomi nelle più disparate fantasie. Guardo film e foto con una nostalgia che non mi appartiene, come se mi mostrassero ricordi che apparteranno ad una futura me. Sogno una vita diversa, perfetta, distaccata, una vita in cui sono finalmente decisa, indipendente e autonoma. Stanca, torno a casa la sera dopo il lavoro in un luogo che tanto mi rispecchia, mangio, da sola, in una grande città che fa fatica ad accettarmi.
Invidio le persone che vivono le loro vite come se fossero copioni già scritti e le loro fossero in realtà solo parti da recitare. Invidio quelli che vivono senza farsi domande, senza soffermarsi nemmeno per un istante a pensare, a mettere in dubbio le proprie scelte, assopiti come in un sonno dal quale sembrano non svegliarsi mai. Come quelli che già dall'asilo decidono quello che vorranno fare da grandi e in men che non si dica lo diventano. Io all'asilo, sapevo solo che ero sempre indecisa, e lo dimostrava il fatto che un giorno volevo fare il pompiere e quello dopo lo scienziato, continuando a ruota praticamente per tutta la vita, finendo per ritrovarmi a fantastisticare nei pomeriggi di novembre.