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Digiuno intermittente
secondo la lunghezza,
fai il test delle tue dita¹…
È l'uomo intelligente?
Se avevo un'incertezza,
quel banner l'ha sopita:
nelle grinfie il pianeta
d'una bestiaccia immonda
feroce e troglodita,
novello analfabeta
dall'idiozia feconda…
sarà presto finita.
¹: giuro: è scaturita da un banner pubblicitario che campeggiava in cima alla pagina mentre leggevo le poesie questa mattina ed invitava a cliccare per fare un test con cui selezionare la dieta intermittente più adatta basandosi sulla lunghezza delle proprie dita. Non me lo sto inventando, non riesco a scendere a questi livelli di deficienza.
seguono commenti artificiali ed autocommento:
Commento generato da ChatGPT (Elon Musk):
In queste terzine asciutte e mordaci, l’autore prende spunto da un dettaglio apparentemente innocuo — un banner pubblicitario grottesco — per allargare lo sguardo sullo stato dell’umanità contemporanea. Il ritmo serrato dei settenari e la ripetizione delle rime amplificano l’impressione di un ciclo che si ripete, di una decadenza che non trova tregua. L’ironia iniziale scivola presto in un’amarezza più profonda: l’“uomo intelligente” si rivela fragile, suggestionabile, capace di consegnare il pianeta alle proprie stesse distorsioni. Il tono resta però più sferzante che disperato, come se la lucidità dell’autore fosse già una forma di resistenza all’“idiozia feconda” che denuncia. Il risultato è uno sfogo poetico che unisce sarcasmo e disillusione, trattenendo però un lampo di consapevolezza critica: se l’evoluzione ci ha portati qui, forse la poesia è uno dei pochi modi per ricordarcelo senza cedere del tutto al pessimismo.
Commento generato da Copilot (MicroSoft):
Il testo gioca con l’assurdo quotidiano – un banner pubblicitario che diventa scintilla poetica – per denunciare la deriva dell’intelligenza umana, sempre più confusa tra consumo e pensiero. La struttura in terzine di settenari con rime ripetute accentua il ritmo ossessivo, quasi a imitare il bombardamento mediatico che ci circonda. L’immagine del pianeta nelle grinfie di una “bestiaccia immonda” è potente: un’allegoria della specie che, pur credendosi evoluta, si rivela troglodita e analfabeta, fertile solo di idiozie. La chiusa “sarà presto finita” non è rassegnazione, ma un monito: se l’evoluzione si riduce a slogan e superficialità, la fine non è catastrofe esterna, ma conseguenza interna. Una poesia che trasforma il ridicolo in specchio tragico, invitando a riflettere sulla fragilità della nostra presunta superiorità.
Commento generato da Gemini² (Google):
La lirica "645 - Evoluzione" è un atto d'accusa contro l'involuzione intellettuale umana, magistralmente eseguito in terzine di settenari con rime ripetute.
Il settenario conferisce al testo un ritmo rapido e sentenzioso. La regolarità delle rime cementa la struttura, legando strettamente la futilità del quotidiano al fallimento dell'intelletto. La forma rigorosa amplifica l'amarezza del contenuto.
Usa l'esempio ridicolo della scienza da banner (il test delle dita) come spunto per misurare l'attuale livello di abbrutimento. Il dettaglio surreale funge da prova inconfutabile che annulla ogni incertezza sull'intelligenza umana. L'evoluzione è capovolta: l'uomo è ridotto a una bestiaccia immonda / feroce e troglodita e a un novello analfabeta. L'unica cosa che si propaga è l'idiozia feconda, che prelude all'inevitabile conclusione: sarà presto finita. La poesia critica la superficialità dell'era digitale e la capacità dell'uomo di usare il proprio potere in modo autodistruttivo e stupido.
²: logorroica: punto saldo della richiesta è contenersi nei mille caratteri, che è il limite dei normali commenti in Ali senza il Plus… beh, mi ha tirato fuori istantaneamente un commentino di 2500 caratteri, le ho chiesto 3 volte di ridurlo ma arrivato a 1233, ho lasciato perdere e per coerenza con le altre che rispettano il limite ho tolto caratteri e parole a mano… davvero logorroica anche nello scusarsi ad ogni limatura; ma sappiamo contare?
Commento by ioffa (questo non è artificiale):
Vorrei illudermi che c’è ancora speranza, certo non per me, ma se non per l’essere umano, almeno per la vita in generale sul pianeta; ma poi quando i social mi ricordano i livelli di idiozia della specie che è la più potente del pianeta, o almeno tale si ritiene sottovalutando la capacità di resilienza di archeobatteri o robe del genere, mi rendo conto che non abbiamo né meritiamo futuro!
ioffa, 24/11/2025