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Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
Vorrei piangere,
ma ho smesso da tempo.
Vorrei andarmene,
ma non avrebbe più senso.
Cerco di fuggire da me stesso,
poi mi sveglio
e mi accorgo di essere ancora perso
in falsi sorrisi,
in quadri dipinti da colori finti.
Vorrei urlare,
ma nessuno mi sentirebbe comunque,
dunque,
mi limito a vomitare
sopra carta straccia da buttare,
parole senza limiti né ore,
servono solo ad elevare il mio cuore
verso una lieve consolazione,
una distrazione da una vita che è semplicemente orrore.
Poi guardo fuori dalla finestra,
e tutto ciò che vedo è buio assoluto,
quindi chiudo gli occhi
e faccio finta di far parte di quel buio.
Poi mi concentro sulla vita stessa,
il fatto che mi odi è risaputo.
A che serve chiedere aiuto?
Di sicuro non sono un tipo risoluto.
Lastre di vetro mi tagliuzzano.
Vorrei svegliarmi,
ma accanto ho la vita che cerca di accarezzarmi.
Non ci riesce, quindi inizia a strangolarmi.
Provo a liberarmi,
ma lei riesce a soffocarmi.
Ricordi in silenzio mi ammazzano.
Lentamente ma inesorabilmente,
sangue cola magicamente
da un corpo che già pensavo morente,
il sangue mi conforta immensamente
perché ricorda il grembo di una madre che amorevolmente
porta al mondo un essere vivente.
