Riflessioni da un futuro non troppo lontano

Mi svegliai per le otto e con grande sforzo mi riuscii ad alzare dal mio scomodo, stupido letto. Stupido...come me a quanto pareva...come, oramai, chiunque. Era passato quasi un anno dal "prelievo". Il 20 novembre 2028, nel grigio dell'inverno, un numero impreciso di oggetti si era sparso per i cieli di tutto il mondo. Pochi minuti dopo il 30% della popolazione mondiale scomparve insieme a gli oggetti misteriosi. Nessuno sapeva come o perché...o almeno inizialmente. Tutti i "prelevati" sembravano avere una cosa in comune: avevano un quoziente intellettivo o una prestanza fisica notevolmente sopra la media. Questo ovviamente aprì le porte alle teorie più disparate ma, d'altronde, i loro sostenitori erano senza ombra di dubbio degli stupidi, come tutti. Fummo così abbandonati ad uno stupido, debole mondo. La mia reazione fu innanzitutto dettata dalla gelosia, forse ennesima prova della mia stupidità. Ero molto più turbato dal fatto che qualsiasi cosa fosse dietro a questo "prelievo" non mi avesse ritenuto abbastanza intelligente, che dalla scomparsa di molti dei miei amici. Il fatto che fossero stati ritenuti migliori di me mi deprimeva, nonostante essi potessero tranquillamente essere morti, dato che lo scopo del "prelievo" era ancora sconosciuto. Io, che mi ero sempre ritenuto notevolmente intelligente, per poterlo essere ho dovuto aspettare che tutte le persone effettivamente intelligenti fossero cancellate dalla faccia della terra. Deprimente. Ormai ero solo, la mia ragazza e i miei genitori erano stati tutti prelevati e ciò non faceva altro che alimentare il mio sentimento di rabbia e gelosia. Uno stupido, debole uomo in uno stupido, debole mondo.