Cutis hominis

scritto da Francesco Giardina
Scritto 5 mesi fa • Pubblicato 5 mesi fa • Revisionato 5 mesi fa
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Autore del testo Francesco Giardina

Testo: Cutis hominis
di Francesco Giardina

In primis siamo derma..
visivamente, olfattivamente,
pelle
– liscia o gasata-.  
Percettivamente e sensibilmente, pelliccia di pellaccia.
Apparentemente e costantemente epidermide,
secca o grassa.
Siamo dunque pelle di primo luogo,
anche quelli non più di primo pelo.  
È quello l’ avamposto,
il primo presidio, l’ info-point;
il  punto di contatto  è uno strato di pelle dolcissima.
Siamo di vera pelle,
mica uno scherzo della natura.
Siamo rivestiti di vera pelle
e di vero cuoio:
è di vero cuoio quel che batte
sotto il petto,
non è di cuore.
Altro che capi cinesi o capi di bestiame! Siamo capi in vera pelle,
a volte anche un po’ capi indiani, arrapaho e arrapanti,
pieni di brividi e di penne volanti.
Siamo pelle di primo taglio,
sempre prossima al dolore,
che a farsi male si fa presto,
masochisti ma fatti bene.  
Circa  2 metri quadri di pelle pregiata
ci rivestono da capo a piedi,
che fa un totale  di  5000 grammi,
con una rendita catastale
stimata attorno a  8mila euro al mm², che fanno più di 600 mila euro al grammo,
ma per pagarla tutta non basterebbe tutto l’ oro del mondo:
non ha prezzo la nostra vita.
La nostra casa dunque non si vende. All’ interno c’ è uno spazio enorme che varia da 300 a 600 m².
La superficie complessiva del nostro corpo interno, inclusi  il balcone per l’ anima, la stanza patronale
dell’ intelletto 'cranium',
i due vani all’ aria aperta
che fanno  polmoni,
il tratto gastrointestinale
che è il bagno cieco e l’ apparato urogenitale, rende ancora  più complicata la storia
e ingarbuglia non poco la mercificazione della specie..
e non vi dico al costo di quale baratto.  Un eventuale acquirente o  un possibile ammiratore, non potrebbero mai saldarlo questo enorme debito.  
I pezzi di una vita intera non li puoi liquidare così;
il passaggio di proprietà ha una clausola   rescissoria che non prevede  lo sfratto e lo smaltimento…
i ricordi di uomo non si possono bruciare!!
Tutti i nostri estimatori desistono prima di metterci mano.
Sì -direte voi-  ma ci sono anche i  collezionisti e quella  è gente che non si arrende facile, che vende cara la pelle, loro sono per natura disposti a tutto pur di arrivare a comprarla e poi rivenderla.
C' avete ragione,
ma non lo fanno,
nemmeno i collezionista d’ ossa
-sì neanche loro-
e sapete perché?
Tutta questa ‘cosa’ pregiata
alla fine dei conti poi degrada.
Sapeste quante rughe ha l’ anima quando invecchia?
Il corpo si deteriora e lo fa fino a diventare cenere,
ma la cenere, si sa,
è cenere e non vale così tanto esporla, ma quella vita sì;
quel tratto prima   "SÌ".
La 'cenere viva' è cosa rara e quando respira si espone  all’ immenso.
Dunque niente collezionisti,
i morti non sono belle statuine,
mica li metti in salotto.
E non parliamo poi dei resti  e delle frattaglie che rimangono ancora umani  una volta che tutti saremo morti e inumati.
Si pesano circa in 21 grammi
e sono la parte più buona  di un uomo,
il cibo celeste..   
È   l'anima e il prezzo di ogni singola costoletta in milligrammi di quei 21 tocchi celesti non è stato per fortuna mai  quotato in borsa, né mai  è stato passato al setaccio o dai macelli.   
È   fascia protetta, una riserva naturale, carne di Dio.
Ma non vi illudete, ‘loro’
 – quelli  là -
non lo fanno mica per timor di Dio.
Se non lo hanno ancora  fatto  è  solo per convenienza, perché in fondo hanno  paura di perderci pure le mutande, perché  se realmente lo facessero, crollerebbe persino tutta Wall Street.
-O la borsa o la vita-
sarebbe il caso di dire,
Non c’è scelta!   
È  proprio vero:
l’occasione fa l’uomo ladro.
Perché   seppur vero  sia  che la vita non si può comprare, ci si può sempre vendere, e purtroppo ogni uomo,
'a pezzo a pezzo', 
qualche cosa di sé la vende.
È dunque vero,   
ogni vita non ha prezzo,
ma è altrettanto certo che non abbiamo ancora capito il senso di questo valore immenso che è VIVERE.
Dunque ancora una volta è: “ o la borsa o la vita”.
Io prego  e alzo  le mani al cielo,  perché mi arrendo solo  a Dio e con tutto me stesso. Tanto lo so che alla fine non mi spara.  È  troppo buono. Anche se non gli ho dato la mia vita, e nemmeno  gli ho dato mai una lira, Lui la morte la detesta ed è per questo che non ammazza me, te, noi e nemmeno una mosca.

Cutis hominis testo di Francesco Giardina
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