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mio fratello appese un cappio al cielo. È morto così. Il mondo gli ha dato ciò che gli serviva. Gli ha dato una corda, e la tristezza necessaria per imparare ad annodarla a dovere. Ma lui non era come gli altri. Forse neanche il mondo voleva per lui una fine così squallida. Così il cielo, quando mio fratello fu pronto, gli permise di appendere la sua corda. La fine, appesa all’infinito. Penso che le nuvole piansero quel giorno. Il povero Atlante fu costretto a portare un peso in più. Ma, a quanto pare, il cielo lo convinse a provare pietà per mio fratello, e ad aiutarlo nell’impresa. Mio fratello perse la vita, ma con leggerezza, perché il titano in persona si era preso la briga di portarne il peso.