Il grande gioco dell'oca

Solo due dadi che rotolano,
numeri di un’addizione
e poi pedine che si muovono,
qua e là lungo un tabellone.
Caselle che si susseguono,
quasi come su un calendario,
immagini diverse o che si ripetono
e sullo sfondo lo stesso scenario.
Qualche scatto verso il traguardo
o, fermi, bloccati, aspettando un giro,
accumulando, così, del ritardo
con chi continua e fa un altro tiro.
E, a tratti, il rischio di indietreggiare,
perdendo ciò che si era raggiunto,
con tutto che sembra da rifare,
per ripartire da un altro punto.
Nel gioco dell’oca decide la sorte:
si perde, si vince e non c’è strategia;
un lancio più debole o uno più forte,
va bene o va male: sia quel che sia!
Triste ammetterlo, ma somiglia alla vita:
se anche passione, impegno ed abilità
giocano a fondo la loro partita,
chi decide, alle volte, è una fatalità.
Qualcuno lascia che i dadi cadano
altri studiano a fondo ogni situazione,…
ma, talvolta. sembriamo pedine che vagano,
mosse qua e là su di un tabellone.