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È da giorni che ti cerco.
Ti cerco negli altri. Nei sorrisi spenti di chi fa la stessa vita ogni giorno e però, nonostante questo, sembra più felice di me.
Chissà cosa pensa, chi mi conosce da poco. Se capisce quanto sono persa nel mio mondo e nelle mie paranoie.
Se coglie quella sete di emozioni anche finte, anche solo per un giorno.
Se coglie quella insoddisfazione perenne che evidentemente deriva da traumi non risolti.
Se coglie quella paura esagerata di non piacere, di deludere, di non sentirsi all'altezza, non appena si arriva all'intimità. Che poi chissà cosa vuol dire, nello specifico, l'intimità.
Ti cerco nel mare che ho assaggiato per soli due giorni. E ho cercato di godermelo, ma i miei mostri erano lì che non vedevano l'ora di spuntare fuori. Quelle onde che si infrangevano mi facevano voglia di sentirmi libera, di ESSERLO, ma senza mai provarci davvero. È così che vivo. Spero, desidero, ma in fondo mi attendo che mi vada male e che resti tutto così. Eppur continuo a cercarti. Nella melma, nelle storie che raccontano, ho ancora voglia di te.
Del mio presente che però non assomiglia più né ad un passato né ad un futuro.
Mi sento sospesa. Sospesa nel limbo. Non riesco a conoscere persone senza sentirmi un passo indietro. Non abbastanza. E tutta questa energia e pseudo superficialità che tanto mostro, inizio a chiedermi cosa nasconda.