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Intenzione dubbia e discutibile pubblicare questo testo, ma a volte l'egocentrismo per l'essere umano è come il suono dei croccantini agitati nel sacchetto per i gatti e per i cani...almeno credo.
In seconda media il professore di religione mi disse una cosa che non c'entrava nulla con la religione, e col tempo mi sono reso conto che non averla capita subito è stato un peccato, ma ero troppo piccolo per farlo.
Era la primavera del '94, mancava poco alla fine della scuola, e una mattina appena sveglio ho scoperto l'immobilità che può comportare la perdita di una persona, una persona con cui condividevi una connessione unica e incondizionata che andava oltre il legame, e così ho iniziato a pensare che il suicidio è una via d'uscita come ce ne sono altre, una scelta come ce ne sono altre, non c'è nulla di giusto o sbagliato da giudicare, è un qualcosa di estremo egoismo e di estremo altruismo allo stesso tempo, quello che c'è da fare è rispettarlo.
Non credo che il professore di religione sarebbe stato d'accordo su questo, ma ero troppo immobile per dirglielo, e l'unica cosa che ho fatto è stata mettermi un cardigan in lana mohair di mia madre, dopo averci discusso un po' perchè lei non voleva che indossassi una cosa da donna.
Molti anni dopo mi sono comprato altri due cardigan in lana mohair, usati, più o meno di quel periodo, e ho capito che si può andare avanti anche rimanendo immobili...quello di mia madre lo porto ancora, anche lui è andato avanti rimanendo immobile.
Nel 2002 ho trascorso due settimane in decomposizione sul divano, era sempre nuvoloso ma ha piovuto solo un giorno, e ho scoperto la calma del vuoto, ho capito come trovarla.
Nel 2017 ho parlato con un uomo in sogno, uno di quei sogni che non sono solo sogni...l'empatia è complessa, l'esistenza stessa dell'empatia è complessa, a volte volendo la si può anche mettere in discussione, ma sentivo che tra noi due la percezione c'era...mi ha spiegato quello che stava succedendo a me dopo la sua morte avvenuta pochi giorni prima...
...aveva ragione, e così ho capito che per alcune dipendenze non serve la comprensione, la compassione o l'aiuto delle persone che ti stanno accanto, a un certo punto le cose sono due e sono chiare: o la volontà di provare a fare qualcosa è tua e solo tua, o prima o poi ci muori.
Non c'è spazio per altro, e così, senza pensare di preciso a come o quando, ho smesso di incolpare qualcuno o qualcosa, ho sepolto l'autoindulgenza, la costante ricerca del "meglio" o di "altro", ho lasciato perdere il futuro, e ho provato a riprodurre autoironia, sarcasmo, cinismo quando necessario, accettazione di quello che già sono e di quello che già ho, non penso ai fiumi di energie perse, ho smesso di cercare scuse o pretesti, e ho smesso di chiedermi se sta funzionando.
In fondo tu sei stata la mia porta che era necessario aprire, la mia porta che in un modo o nell'altro un giorno si sarebbe comunque aperta.
Se avessi capito subito le parole del professore di religione magari l'avrei aperta io stesso in seconda media, ma va bene così, non ha nessuna importanza saperlo adesso.
Ecco che sono diventato noioso, e io non sopporto essere noiso...allora come qualcuno disse a Gianni prima di beccarsi una cacca di piccione in testa: "L'ottimismo è il profumo della vita!"